Storytelling

Omar Passeri: fra passato ed adolescenza

Omar Passeri si racconta fra passato ed adolescenza, fra ginocchia sbucciate e i primi duri soldi guadagnati.

Provengo da una famiglia di classe media, composta da 4 persone. Posso quindi dirvi che che negli anni 80/90 le cose andavano piuttosto bene. Riuscivamo a fare tutto senza soffrire più di tanto. Molto abiti, diverse auto, una bella casa e le ferie tutti gli anni. 

Sempre in giro con gli amici a giocare a calcio. Facevo sport: karatè e calcio. Avevo prima una bicicletta, poi il motorino ed in fine uno scooter.

Non amavo studiare, infatti mi sono diplomato come ragioniere in una scuola privata. I miei mi pagavano la scuola privata. A 16 anni per avere la paghetta, il sabato e la domenica lavoravo in un grande ristorante.

Proprio tutto non si può avere senza fare nulla, qualcosa bisogna pur farlo se ci si vuole divertire. Mentre gli amici, il fine settimana se la godevano, io sgobbavo tra i tavoli, ovviamente per colpa mia perché marinavo la scuola. Tutto sommato non mi dispiaceva neanche più di tanto perché avevo sempre i soldi in tasca. 

In questo modo ho imparato a gestire il denaro, a capire quanto fosse duro guadagnarselo e soddisfacente spenderlo. 

Nel pieno delle mia adolescenza ne ho visti di tutti i colori. Gli amici, i primi amori, le litigate in strada e in casa con i genitori. Iniziava a prendere forma il mio carattere. Il mio era abbastanza ribelle, testardo, umile e anche (fin troppo) altruista. Sempre dalla parte dei più deboli perché nessuno deve sentirsi superiore del prossimo, nessuno può permettersi di bullizzare i più deboli. 

Dato che lavoravo e guadagnavo bene, in quegli anni fare il cameriere era molto redditizio, soprattutto con le mance. I soldi non mi mancavano mai e riuscivo anche a metterli da parte. Mi prestavo sempre a mettere qualcosa in più rispetto agli altri, quando si organizzava qualcosa con gli amici. 

Anni veramente stupendi dove non esistevano cellulari e console, c’erano i primi computer ma ti annoiavano e preferivi stare sempre in strada a sbucciarti le ginocchia. 

I genitori erano disperati perché ti vedevano solo nelle ore durante i pasti. Non serviva nemmeno darsi appuntamento con gli amici, ci si vedeva al solito posto attendendo che arrivassero tutti.

Gli anni passavano molto velocemente ricchi di vicissitudine belle e brutte ma tutte fondamentali per farti le ossa e imparare a vivere civilmente e nel rispetto. 

Certo le mele marce non sono mai mancate e hanno fatto delle fini molto drammatiche, del resto fa parte del destino che ti crei. 

La maggior parte però è riuscita a maturare dignitosamente.