Psicologia

“Mercoledì Addams”, quel “mostro” dalla personalità ciclopica

Abbiamo visto un po’ tutti la serie Netflix “Mercoledì”. E, qualora non l’abbiate vista, almeno sentito parlare. Come dimenticare il suo aspetto, tra il tetro ed il raffinato, o il suo carattere, pungente e, nello stesso tempo, protettivo nei confronti delle persone a cui vuole bene. Il suo balletto ha spopolato su tutti i social, TikTok in primis! E questo ha fatto sì che la protagonista abbia una visibilità molto alta, in tutto il mondo.

Mercoledì”, o meglio “Wednesday”, tratta la storia di Mercoledì Addams, appunto, un’adolescente dal carattere un po’ particolare, figlia di una famiglia, bizzarra e macabra, che di “sano” ha molto poco! La prima Mercoledì Addams nasce dalla penna del cartoonist Charles Addams, sulle vignette del periodico “The New Yorker”, nel 1939. Già dalla prima apparizione, la figura di Mercoledì ha incantato ed affascinato il pubblico, con il suo strano mix di innocenza infantile e diabolica malizia.

La serie statunitense in questione, è stata creata da Tim Burton, in collaborazione con Alfred Gough e Miles Millar. La protagonista principale è interpretata dall’attrice Jenna Ortega, affiancata da interpreti del calibro di Catherine Zeta-Jones, la quale ha ricevuto il ruolo di Morticia Addams, la mamma di Mercoledì.

Il successo della serie è stato travolgente. Ancora oggi, detiene il record del maggior numero di ore viste in una settimana, superando “Stranger Things”.

Ma, oggi, vorrei soffermarmi sulla personalità complessa di Mercoledì. Si è già parlato tanto della sua storia e, soprattutto, del suo balletto. Non mi ci metterò anche io a ripetere ciò che altri hanno ampiamente raccontato!

Come dicevo, Mercoledì è un personaggio alquanto intricato da comprendere. Pur essendo ancora una bambina, è molto intelligente e sembra sapere più degli adulti che la circondano. Ha un carattere forte, deciso, indipendente, ribelle. Dimostra al mondo che la circonda di essere distaccata e fredda, anche se, durante la serie, dimostrerà di possedere un grande cuore.

Proprio a causa del suo aspetto definito “strano” e per il suo atteggiamento molto poco socievole, Mercoledì viene evitata dagli altri bambini della sua età, in quanto la considerano un “mostro”. Per questo e dopo esser stata accusata di un evento molto grave, viene spostata in una scuola, dove, si presume, possa trovare amici più vicini a lei. I cosiddetti “reietti”, nella scuola “Nevermore Academy”.

Più volte nella storia, Mercoledì è costretta a lottare contro la discriminazione, ma grazie alla sua grande intelligenza e perspicacia, riesce a dimostrare che la sua “diversità” merita rispetto. La serie è stata prodotta in maniera tale da soffermarsi sulle emozioni e sui pensieri più profondi della protagonista. È chiaro come, dietro ad una personalità fredda e distaccata, si nasconde una giovane ragazza vulnerabile ed alla continua ricerca di sé stessa.

Perchè ho preso per esempio “Mercoledì”?

Come ho già specificato, Mercoledì è quella personalità considerata “diversa” dagli stereotipi, ai quali siamo abituati. Se dovessimo darle un’identità più reale, Mercoledì è quella ragazza un po’ più in carne, che viene bullizzata dai compagni di scuola. È quel bambino disabile, che viene isolato dai suoi amichetti. Quella donna indipendente, che ha deciso di non avere figli. È quell’uomo che aiuta in casa ed è presente nella vita dei suoi bambini. È quella donna violentata, la quale ha deciso di metterci la faccia ed aiutare chi pensa di non farcela. Quel papà che la sua ex ha allontanato dai suoi figli, solo perché l’ha lasciata. Ecc…

Mercoledì è quella forte personalità, quella combattente che si contraddistingue dalla massa. È quella forza che bisogna uscire in situazioni di disagio. È quell’intelligenza che lascia sempre il segno.

Mercoledì è in una fase molto particolare della sua vita. L’adolescenza.

Ma non è un’adolescente che si incontra tutti i giorni. È tangibile la sua anti-convenzionalità: è fuori dagli schemi ed è in continua lotta contro il sistema, per difendere la propria idea di “società”. Il suo aspetto, sempre vestita in nero, è simbolo della diversità e dell’auto-accettazione. È alquanto palese quanto lei sia legata al messaggio che vuole trasmettere e cioè quello di piena accettazione di sé stessi e per come si è realmente.

Mercoledì è quella ragazzetta “emarginata”. Anzi, meglio, è l’emarginata tra gli “emarginati”, ma nonostante tutto riesce ad “emergere”, ad essere “luce” in mezzo a tanti. Anche in questo caso, il messaggio che vuole lanciare è uno: essere sé stessi, anche quando ci si sente soli ed incompresi, perchè “diversa” dagli altri!

Sicuramente rilevante è il suo aspetto emotivo. La sua frase “Le emozioni sono una debolezza” la dice lunga su quello che lei vuole mostrare. Infatti, Mercoledì non è priva di emozioni, seppur sembrerebbe così, ma ha deciso di avere pieno controllo delle stesse, in quanto attribuisce alle emozioni una connotazione negativa. “Le emozioni hanno conseguenze negative, portano ai sentimenti che fanno lacrimare”, è una frase che lei stessa dice alla psicologa e che dimostra la sua totale incapacità di riconoscere le sue emozioni.

Sul piano relazionale, come la maggior parte degli adolescenti, Mercoledì è incentrata su sé stessa, sui suoi interessi, sulla sua quotidianità. Questo comporta l’auto-isolamento ed un disinteresse nell’integrarsi con gli altri. Si allontana da tutti coloro che non riescono a comprenderla e che non hanno rispetto di lei e delle sue abitudini.

Ho voluto descrivere, senza soffermarmi più di tanto, la complessa personalità di Mercoledì per invitare tutti i miei lettori a riflettere su una questione: “siamo tutti un po’ Mercoledì!”, per un motivo o per un altro!

Ho rivisto la serie per ben cinque volte. E non perché non avessi nulla da fare, ma perché ero tanto interessata nell’apprendere quanti più dettagli possibili sulla sua persona, sul motivo che la spinge a scegliere un determinato tipo di ”aspetto”, sul suo carattere, sul suo atteggiamento, sul suo comportamento.

Non vi nego che ho trovato delle somiglianze con la “me” adolescente.

ATTENZIONE! Non ho mai fatto autopsie su cadaveri di animali morti.

Almeno, non da adolescente!

E non su animali!

Scherzo!

Scherzi a parte. Anche io sono stata quella ragazzetta fuori dagli schemi. Non ho mai vestito come gli altri, ad esempio. Ai miei tempi, andava di moda il jeans firmato e la magliettina corta, mettendo in mostra la pancia. La mia pancia l’ho sempre nascosta, col timore che potessero accorgersi che non fosse proprio piatta, come si accettava all’epoca. Il mio tempo libero lo impiegavo ad ascoltare ogni tipologia di musica. Ad oggi, dico che la musica rispecchia molto il mio stato emotivo, le mie emozioni e sensazioni di quel momento. E, da adolescente, era così, ma, non avendo contezza delle mie emozioni, ovviamente mi era difficile da comprendere.

L’auto-isolamento era una prerogativa per me. Sono sempre stata, e lo sono tutt’ora, la persona che non si comprendeva. L’intelligenza non mi è mai mancata, come anche la curiosità. Ho sempre avuto fame di conoscenza, soprattutto di quegli argomenti che mi coinvolgono di più! Ma questo è sempre stato motivo di discriminazione. Ancora oggi, sono più le persone che non comprendono, che quelle che capiscono. E, la maggior parte, non sono neanche vicine a me!

Il senso di ribellione e la lotta nei confronti di chi mi manca di rispetto ce l’ho sempre avuta. Non vi nego che ho sempre avuto dei problemi per questo motivo. Essere donna, in una società maschilista, non è assolutamente semplice. Essere donna indipendente, ribelle, decisa, sicura, intelligente, aperta in una società maschilista, è un’impresa ardua, difficile, tormentata, non senza martellamenti interiori sul fatto che “tu sia sbagliata”, perché “gli altri hanno sempre fatto così!”.

Quella ragazzetta in carne bullizzata dai compagnetti della scuola ero io! Sono sempre stata la “diversa” della situazione. Ma non era un grosso problema per me. La mia enorme personalità (il mio corpo doveva pur contenere la mia enorme personalità!) mi ha sempre portata a pensare che, nonostante tutto, bisognava accettarsi per quello che si è. “Essere fuori dagli schemi” dovrebbe essere un vanto, un qualcosa di cui andare fieri. Seppur con tante difficoltà, ad oggi mi ritengo orgogliosa di esser stata quella “Mercoledì”, quella giovane ragazza bullizzata della quale si ricordano ancora oggi.

Oggi, sono una donna indipendente, intelligente, dalla personalità complessa sicuramente, molto enigmatica da conoscere, soprattutto per gli uomini e non poco diffidente. Mi è rimasta quella curiosità, quella fame di conoscenza che mi porta ad essere più aperta. Non sarò bella fisicamente, ma so contraddistinguermi. Non sono una che si accontenta e faccio selezione delle persone che mi circondano. Sono ben accette quelle persone positive, che mi portano a crescere. Il resto, la tossicità, l’ignoranza, la presunzione, l’arroganza, l’invidia, la gelosia, la poca gratitudine, ormai sono aspetti che non riesco più ad avere accanto.

La storia insegna che le “Mercoledì” vengono discriminate ed isolate. Sarebbe interessante se le persone andassero oltre le apparenze ed apprezzassero di più le grandi personalità, e non inteso come quella gente che ha una posizione o un ceto sociale alto. Ho sempre apprezzato le grandi personalità. Secondo me, ci sarebbe tanto da imparare da loro, ma mi rendo conto che non tutti hanno la capacità e quella apertura mentale per accogliere certe qualità.

“Mercoledì” non è soltanto balletto, challenge su TikTok e personaggio fantasy, misto tra simpatico e macabro. Lei è tanto altro, è quell’esempio di una psicologia ingarbugliata, con un forte senso di indipendenza ed accettazione di sé. Un chiaro simbolo di quel riflettore puntato sulla “diversità” e non per sottolinearne la negatività, ma per mettere luce sulle sue peculiarità positive.

“Mercoledì” è, per concludere, la personificazione del superamento dei pregiudizi e delle apparenze, quella modella la cui attenzione non è incentrata solo sulla sua bellezza fisica, ma anche sull’enormità di qualità che caratterizzano la sua personalità ciclopica.