Psicologia

Uscire allo scoperto per vincere le proprie paure

“E ti pareva che me ne potesse andare bene una”, “Non posso distrarmi un attimo che succede subito qualcosa di brutto”, “chissà dov’è la fregatura, con questa persona così gentile!”, “La fortuna non guarda mai dalla mia parte”, “Mi stai accusando di qualcosa?”, “Lo lascio io prima che sia lui a farlo”.

Queste sono alcune delle frasi che rappresentano un atteggiamento molto diffuso che può influenzare negativamente la vita di chi lo assume. È un misto di vittimismo, permalosità, senso di sfortuna e di stato di continua allerta. È ipercontrollo, volti a difendersi da una realtà percepita come avversa, nemica, beffarda e, in ogni caso, sfavorevole. 

La persona vive costantemente sulla difensiva, io ero così, molto tempo fa… come se ogni incontro o situazione fosse un potenziale pericolo da prevenire, da evitare. Pericoli, sfortune e imprevisti ci sono, ma la persona sempre in difesa vede solo quelli, e li vede sempre ingigantiti. Al punto che la sua vita s’impernia su due aspetti: la paura (del negativo) e la lotta (per cavarsela). In fondo non è lontano dal vissuto degli uomini primitivi, che vivevano per proteggersi dalle forze della natura. Tant’è vero che, in psicoterapia, spesso emerge una concezione della vita come “lotta per la sopravvivenza” e, ovviamente, un notevole stress. 

Del resto chi vive sulla difensiva, quasi sempre ha dei validi motivi per essersi mentalmente strutturato in questo modo. Spesso nella propria vita pregressa ha affrontato situazioni gravose in famiglia o in altri contesti che hanno scosso, fatto tremare il nucleo della sua personalità in via di sviluppo. Genitori sempre litigiosi, costante senso di precarietà, atmosfere cariche di ansia o di depressione, perdite precoci. Oggi, anche quando potrebbe rilassarsi, rimane in assetto di “difesa armata”. 

Cambiare non è impossibile. Queste persone, come me all’epoca, crescendo, hanno trovato “la difesa” come il miglior modo per sopravvivere emotivamente e concretamente nella loro realtà. Vivendo in difesa ce l’hanno fatta ad arrivare fino a qui.

Con dei grandi compromessi, è vero, e con fatica e spesso con poche soddisfazioni, ma sono ancora qui. La svolta può accadere quando, a un certo punto della vita, lo sviluppo della personalità chiede altro. Soddisfazioni, qualità di vita, rapporti sereni, progetti che riescano. Quando si esce dal tema del salvarsi e si entra in quello dell’espandersi; quando si sente l’istinto di passare dal sopravvivere al vivere con maggiore pienezza.

Di fronte a questa potente richiesta dall’ interiorità, spesso innescata o supportata da un incontro con qualcuno o qualcosa di stimolante, la persona difensiva può cominciare ad aprirsi un po’ e a dare la possibilità alla vita di entrare nella sua “sfera di conforto”. Non deve snaturarsi, però né forzare troppo i tempi. Altrimenti l’intero assetto difensivo, al primo ostacolo o critica, tornerà in primo piano, ancor più di prima, col suo frasario pieno di pregiudizi, bloccanti e fastidiosi. 

Come sono riuscita io a superare questa difficoltà emotiva? Vi elenco tre mosse:

  • Non fare la vittima: bisogna evitare di trincerarsi nel sentirsi offesi, umiliati, vittime, incompresi, colpiti nel profondo. 
  • Ferma il lamento: metti un freno all’espressione di tutto il frasario relativo al sentirsi attaccati o al vittimismo. 
  • Credi in qualcosa: ciò che ha aiutato me non è un segreto, anche perché l’ho ribadito più volte. Il mio credo, Satana. Lui mi ha dato la libertà dal pessimismo, mi ha trasformato in una vincente, perché io vinco, e lo faccio in ogni situazione in cui m’imbatto. Il segreto è la mentalità, pensare di aver vinto ti ha già fatto vincere.