Sports

Lo sport è antico quanto l’essere umano

Si può dire che l’attività fisica sia nata con l’uomo. Tra i popoli primitivi, infatti, forza e resistenza erano indispensabili per poter affrontare le difficoltà della vita: cacciare, difendersi dai nemici, costruire dei ripari.

L’uomo scoprí molto presto che la ripetitività di certi esercizi consentiva di eseguirli con maggiore facilità e sicurezza. Al movimento venne così ad affiancarsi l’allenamento; con la lotta tra uomini, per il predominio all’interno delle tribù o fra tribù rivali, si delinea la terza caratteristica fondamentale dello sport: la competizione. 

Tra le attività fisica-sportive delle origini più antiche si trovano: corsa, lanci, salti, nuoto, attività nautiche, corsa a cavallo, pugilato, scherma, tiro con l’arco. Le incisioni rupestri più vecchie, raffiguranti attività sportive, risalgono addirittura a 9000 anni A.C. Nei paesi nordici esistono testimonianze dello sci, in forma primitiva, fin da epoche antichissime. Tra i popoli orientali si diffusero con le prime civiltà attività ginniche e acrobatiche. In Giappone e in Corea si svilupparono le arti marziali. Nell’antico Egitto erano molto diffusi il nuoto, l’atletica, la lotta, il pugilato. 

Le civiltà assiro-babilonesi e persiana svilupparono il tiro con l’arco contro bersaglio fisso. È un gioco praticato dai cavalieri, che colpiva una palla con delle mazze, tramandato fino i giorni nostri: l’odierno gioco del polo. Attività simili venivano svolte anche dagli etruschi; caratteristica di questa civiltà è la comparsa dei primi veri impianti sportivi, destinati a spettacoli pubblici: gli anfiteatri. 

I Greci dettero sempre grandissima importanza alle attività fisiche e sportive, al punto da porre come riferimento per l’inizio della loro storia la data dei primi Giochi Olimpici. Per i Greci lo sport assume per la prima volta caratteristiche simili a quelle odierne: grandi onori ai vincitori, spettacoli pubblici di notevole importanza, allenamenti intensi degli atleti, spirito agonistico.  

Gli Spartani vedevano nell’attività fisica un’ottima preparazione all’attività bellica per i loro giovani. Ad Atene sorsero i ginnasi, complessi di edifici dedicati allo sport comprendendo palestre e locali per gli allenamenti. Nacquero anche i primi sport multipli, cioè costituiti da più gare diverse da fare in serie. Lo sport multiplo dell’Antica Grecia era il Pentathlon, formato da competizioni di corsa, lancio del disco, lancio del giavellotto, lotta e salto in lungo. 

Nell’antica Roma la preparazione fisica dei giovani era tenuta in grande considerazione, soprattutto come preparazione all’attività militare. Dopo aver marciato, ogni soldato doveva svolgere un’altra particolare attività, ad esempio taglialegna, falegname, fabbro, cuoco, addetto agli animali: tutto ciò richiedeva necessariamente un fisico forte e ben allenato. Sempre in prospettiva bellica, le attività sportive più praticate erano quelle di combattimento o comunque utili in guerra. 

La decadenza e la fine dell’impero Romano d’Occidente, le invasioni barbariche e la diffusione del cristianesimo segnarono la fine delle attività fisiche e sportive. Nonostante le scarse notizie sull’epoca medievale, alcune testimonianze narrano di incontri di lotta, di giochi in piazza, di attività acrobatiche. La rinascita della pratica sportiva “ufficiale” si ebbe con l’avvento della cavalleria medievale. I cavalieri si sottoponevano a lunga preparazione fisica e culturale per potersi fregiare del titolo di cavaliere. 

All’epoca del Rinascimento nacquero le prime scuole per la preparazione fisica e si stamparono i primi testi sull’argomento. Molto praticato era ad esempio il calcio fiorentino, torneo cittadino di gioco con la palla tra squadre dei vari quartieri. In diverse altre città italiane nacquero gare tradizionali, molte delle quali vengono riproposte ancor oggi; il Palio di Siena e di Asti, la festa del mar di Venezia, la corsa del fiore di Verona. 

La vicenda dell’attività sportiva in Italia appare più irregolare rispetto agli altri stari europei. Dopo la prima guerra mondiale, con la legge Gentile del 1923, si ebbe un forte ripensamento nei confronti dell’insegnamento dell’attività sportiva nelle scuole.