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Andy Nine: dai campi dell’Est al lavoro con Collovati

Andy Nine: dai campi dell’Est al lavoro con Fulvio Collovati: è più di una semplice intervista. È il racconto sincero di un percorso calcistico fuori dagli schemi, vissuto tra campi di periferia, esperienze all’estero e nuove sfide nel mondo digitale. In questo viaggio tra passione e professione, Andy ci parla del suo legame con la Sampdoria, dell’amore per l’Estonia e dell’onore di collaborare con una leggenda come Fulvio Collovati. Un’intervista a cuore aperto per chi ama il calcio vero, quello che profuma di terra battuta e sogni coltivati con fatica.

Com’è nata la tua passione per la Sampdoria e per il calcio?


Il calcio e la Samp a casa mia erano un tutt’uno grazie a mio nonno, ex calciatore che ha passato ben 40 anni in Sampdoria, sommando esperienze e lavori “di campo” a quelli “di scrivania”. Era normale che il telefono squillasse e dall’altra parte ci fossero ex giocatori, allenatori, presidenti, direttori sportivi ecc.

Hai avuto un percorso calcistico molto particolare, giocando in diverse nazioni “esotiche”: che cosa ti hanno lasciato queste esperienze in paesi come Estonia, Finlandia, Polonia e Inghilterra?


A 18 anni ho deciso che volevo giocare in una prima squadra, ma le uniche offerte arrivavano dall’Eccellenza ligure. Lì ho capito una volta per tutte che non sarei diventato un professionista. Ma non ho mollato: ho iniziato subito dalla sesta divisione inglese dove, dopo un provino, il presidente mi ha trovato un posto in squadra e anche un lavoro part-time come barista.
Da lì ho capito che calcio e lavoro si possono unire anche senza diventare professionisti. Sono state esperienze magnifiche (su tutte l’Estonia) e dure (come in Finlandia), ma che mi hanno fatto crescere tanto, anche perché non erano solo calcistiche, ma di vita a 360°.

Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, hai scelto di formarti come match Analyst e scout. Cosa ti ha spinto verso questa direzione?


Sono onesto, ho scelto questa via perché costa molto meno rispetto alla formazione da allenatore. Anche all’estero i corsi da mister sono lunghi e costosi, a meno che tu non abbia una squadra che te li paga. I corsi da match analyst e scout, invece, sono più alla portata di tutti, anche per chi, come me, se li è pagati da privato.

Hai lavorato anche in TV, a stretto contatto con un nome importante come Fulvio Collovati. Com’è stato vivere il calcio in un contesto televisivo?


L’esperienza in TV è stata sicuramente la mia prima esperienza “pro” nel mondo del calcio. Mi sono ritrovato, in pochi mesi, dal calcare campi sconosciuti in Estonia al lavorare con un campione del mondo come Fulvio Collovati (che mi scelse personalmente).
Ma non solo: ho lavorato anche con Roberto Rambaudi, Evaristo Beccalossi, Francesco Flachi, Sergio Brio, Franco Selvaggi e altri grandi ex calciatori. Tutti umili. Lì ho capito che il vero campione è sempre umile.

Dopo la TV, il passaggio al web: com’è nata l’esperienza con OCW Sport, e cosa ti ha colpito di più di quel mondo?


Mi ha colpito che tutto fosse molto più diretto e veloce rispetto alla TV. E, anche qua, sono onesto: i guadagni di molti streamer e canali di calcio sono spesso molto più alti rispetto agli stipendi medi delle TV private.

A un certo punto diventi allenatore nella GOA7 League. Raccontaci com’è andata questa esperienza con gli Oragon e cosa ti ha insegnato.


È stato un contesto forse troppo distante dal mio modo di intendere il calcio. Per me il calcio è sport, non un reality show. Lì sembrava che per alcuni fosse più uno show che uno sport.
Mi ha lasciato però la convinzione che sarei stato un ottimo allenatore: sono arrivato in una squadra che aveva vinto pochissimo in due stagioni e mezzo, e con me abbiamo sfiorato l’accesso alle finals due volte. Poi ho capito che quello non era il mio mondo e ho scelto di dimettermi.

Hai unito l’esperienza da mister allo streaming su Twitch: come nasce l’idea di raccontare una carriera da allenatore in diretta?


Sono onesto: ho visto cosa faceva Mario Sturniolo, Streamer di successo che ha vinto 4 titoli su 4 nella GOA7 League. Lui parlava spesso della sua esperienza da allenatore nelle sue live. Così ho deciso di fare lo stesso. Non mi sono inventato nulla!

Poi la scelta di lasciare tutto e tornare in Estonia: che significato ha per te questo paese?


L’Estonia è casa mia. Sono arrivato lì che ero un ragazzetto che cambiava nazione ogni 1-2 anni. In Estonia ho trovato la mia dimensione. Ormai ho passato più di metà della mia vita in Est Europa e mi sento totalmente integrato con quella mentalità, cultura, modo di pensare. È semplicemente casa.

A oggi il tuo unico legame professionale con il calcio è con Collovati, per cui curi un progetto giovanile. Di cosa si tratta esattamente?


Oltre a gestire un suo progetto tecnico rivolto a ragazzi e ragazze dei settori giovanili, e ai calciatori/trici semi-pro o dilettanti (dalla Serie D in giù), a giugno lanceremo i primi Fulvio Collovati Summer Camp (per bambini dai 6 ai 16 anni), con tanti ex giocatori di Serie A, B e C.
La nostra filosofia è diversa da quella delle società calcistiche: non pensiamo a vincere, ma a insegnare. I tecnici delle giovanili spesso si concentrano troppo sul risultato e dimenticano la formazione. Noi vogliamo colmare quella lacuna.
Qui tutte le info: https://www.talentocalcio.it/camp

Guardando il tuo percorso, cos’è per te il “vero” calcio?


Il vero calcio si gioca nei campi di periferia, dove ci si allena in orari e condizioni difficili, dove si guadagna poco o nulla, ma dove si respira una passione autentica.
In Serie A ormai i protagonisti hanno perso il contatto con la gente. Il calcio vero è quello vissuto con il cuore.

Hai vissuto il calcio da calciatore, da allenatore, da analista, da Streamer e da tifoso: quale ruolo senti più tuo oggi?


Oggi mi sento un tifoso (deluso) della Sampdoria e della sua società. A volte ragazzi che giocano nella Kings League o in Eccellenza mi chiedono consigli. Li do volentieri, anche perché in molti di loro rivedo me stesso, anni fa.

Stai rilanciando la tua presenza social con un progetto che punta su grafiche, analisi, scouting e contenuti nostalgici: cosa vuoi trasmettere al tuo pubblico?


Il mio canale YouTube è semplicemente un contenitore dei miei hobby: calcio, Sampdoria, viaggi, videogiochi… Non ho una programmazione fissa, posto quando riesco tra lavoro e altri impegni.
Se vi va: www.youtube.com/@andyninetv

Quali saranno i tuoi prossimi format o contenuti principali?


A breve pubblicherò un video su un’escursione che ho fatto al carnevale finlandese Vappu, un evento poco conosciuto in Italia, ma che in Finlandia attira migliaia di persone.

Se potessi dare un consiglio a un giovane che sogna di lavorare nel calcio, quale sarebbe?
Giocate e studiate il calcio!

Il web oggi vi mostra tante persone che fanno numeri pur non sapendo nulla di calcio. Non seguite quei modelli, non abbassate il livello.
Onorate questo sport, che è stato al vostro fianco fin da quando eravate bambini.

Conclusione

Il percorso di Andy Nine è un viaggio fuori dagli schemi, fatto di passione autentica, esperienze internazionali e un amore profondo per il calcio vissuto in tutte le sue forme. Andy ha dimostrato che si può restare nel calcio anche senza indossare una maglia da titolare.
Andy Nine: dai campi dell’Est al lavoro con Fulvio Collovati, il racconto autentico tra calcio, analisi e passione.

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