Trasformare il dolore in voce: un messaggio contro il bullismo
Essere vittima di bullismo è come trovarsi in un vortice che risucchia ogni frammento di autostima.
All’inizio, per me e la mia amica, tutto era silenzio: Un’intera classe aveva deciso di ignorarci. Nessuno ci sceglieva, nessuno ci parlava e quel vuoto ci faceva male.
Ma presto l’indifferenza si trasformò in qualcosa di più crudele. Non ci lasciavano più isolate nel nostro angolo; ci trasformarono in bersagli.
Gli insulti, le risate cattive, le prese in giro divennero quotidiane. Durante le ore di educazione fisica ci nascondevamo negli spogliatoi per sfuggire agli sguardi e alle cattiverie, ma gli insegnanti ci obbligavano a scendere in palestra. Lì, le compagne scagliavano palloni contro di noi con cattiveria, ridendo, mentre noi cercavamo di proteggerci.
Ogni giorno era una battaglia, ogni episodio lasciava cicatrici invisibili ma profonde.
Il bullismo non distrugge tutto in un attimo. È una lenta corrosione dell’anima. Ti toglie la capacità di credere in te stessa, ti fa vedere attraverso gli occhi di chi ti umilia.
E per molto tempo ciò che vedevo riflesso era solo un’ombra del mio valore.
La mia salvezza è arrivata dalla mia famiglia, che ha creduto in me quando io non ci riuscivo. Mi hanno aiutata a riscoprire una parte di me che il bullismo aveva cercato di spegnere: la passione per la moda. Attraverso di essa ho trovato una via per rinascere, per riscoprire chi sono davvero.
Oggi, come fotomodella e presidente di un’associazione contro il bullismo, scelgo di raccontare la mia storia nonostante il dolore che porta.
Uso i social, un tempo terreno di insulti, come uno spazio di denuncia e speranza. Parlo per chi non trova ancora il coraggio di farlo, per chi è intrappolato nel silenzio.
Il silenzio è il peggior alleato del bullismo. Parlate, cercate aiuto, perché non siete soli. Io sono qui per dirvi che si può guarire, anche quando sembra impossibile. E che dalla sofferenza può nascere una forza che non sapevate di avere.