Change's questions

Soffrire per cambiare: Mito o realtà? Scopriamolo insieme

“Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla “ M. L. King

Ma quanta sofferenza per cambiare le cose?

Facciamo una distinzione tra ciò che conosciamo come dolore e la sofferenza, il dolore è fisico, esterno. Mentre la sofferenza è uno stato interiore che può avere durata ed intensità variabili e si definisce nell’essere assolutamente soggettiva.

Sofferenza e cambiamento, inevitabilmente legate in un continuum senza fine.

Secondo Darwin “non è la più forte delle specie quella che sopravvive, ne la più intelligente, ma quella che si adatta meglio al cambiamento” .

Eppure..

… procediamo a passi spediti e routinari in una vita che osserviamo trascorrere senza il nostro minimo controllo e se vogliamo il più delle volte subita..

Ma se è vero che la sofferenza accompagna la crescita, l’evoluzione, è assolutamente vero che la sofferenza in realtà è causata dalla resistenza al cambiamento. Infatti, oltre questa rappresentazione immaginativa così preoccupante e deprimente, esiste un cambiamento voluto, cercato, desiderato, costruito, attraverso la scoperta di poter agire volutamente.

Nel concetto di Agentività (Albert Bandura) si nasconde la speranza, noi non siamo degli individui passivi, ma degli individui con grandi potenzialità, capaci di agire sul mondo, di reinventarlo e reinventarci, così che ogni sofferenza sia fonte d’insegnamento, così che ogni timore diventi possibilità, e che ogni cambiamento anche piccolo sia crescita.

Esistono due tipi di cambiamento

  • Obbligato: questo arriva all’improvviso. Dobbiamo adattarci velocemente, anche se non è quello che vogliamo.
  • Voluto: questo è quello scegliamo di fare e lo facciamo per migliorare la nostra vita.

Spesso la sofferenza è il motore che ci spinge a cambiare.

Proprio come un supereroe che viene ferito durante la battaglia, la sofferenza può farci capire che qualcosa deve cambiare. Ma è importante ricordare che la sofferenza non è l’unico modo per cambiare. Possiamo anche scegliere di cambiare per inseguire i nostri sogni e desideri, proprio come un supereroe che decide di diventare un eroe per aiutare gli altri.

Secondo uno dei meta programmi della PNL (Programmazione Neuro Linguistica), l’individuo trova motivazione al cambiamento in due casi opposti: per fuggire dalla sofferenza per andare verso il piacere indovinate qual è il più delle volte la spinta più forte?

Secondo uno studio recente, il 90% delle persone ha sperimentato almeno una volta nella vita la resistenza al cambiamento. Questo accade perché il cambiamento ci spinge fuori dalla nostra zona di comfort e ci costringe ad affrontare l’ignoto. Ma è proprio in questo superamento delle paure che risiede la nostra crescita e il nostro successo.

Rifletti su queste domande:

Facendo scorrere le vostre esperienze, come un film, quante volte vi è capitato di trovarvi più facilmente spinti al cambiamento per sfuggire dalla sofferenza prevista?

Quante volte invece vi siete trovati nella sofferenza e la crisi ha creato l’indotto irrimediabile per farvi fare quel salto che tanto vi spaventava?

Oppure una volta ….vi è capitato di scegliere il vostro cambiamento? O invece avete deciso di rimanere nella sofferenza per non uscire dalla vostra confort zone…continuando a scegliere la sofferenza ogni giorno adattando pensieri, emozioni, comportamenti zittendo ed imbrogliando il vostro io più profondo per convenzioni, valori non vostri, paure, dubbi, giocandovi così la possibilità di vivere la vita che desiderate?

La sofferenza non è un ostacolo, ma un trampolino di lancio per la crescita.

Monica B. Mental Coach

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