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Quanto è importante la nostra vita segreta?

«Ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata e una segreta.»

(da “Perfetti Sconosciuti”)

È questa la citazione del film “Perfetti sconosciuti”, uscito nel 2016 e diretto da Paolo Genovese. La frase di Gabriel Garcia Marquez è stata di ispirazione per la creazione di questo film, il quale, a mio avviso, più lo si vede e più fa riflettere.

La frase cita tre tipologie di “vita” differenti, ben rappresentate anche nel film.

La “vita pubblica”, che è quella che mostriamo al mondo, soprattutto attraverso i social, un po’ filtrata, quel mix di esibizione e riservatezza utile a riempire gli occhi alle persone ed alzare la nostra utopica autostima. La maggior parte delle volte, è una “maschera” che indossiamo, che ci fa mostrare solo quello che vorremmo, che protegge la parte debole delle nostre relazioni, le stesse che molte volte non funzionano più. È quella che ci aiuta a crearci un’immagine di falsa perfezione, la quale non abbiamo paura a mostrare, anzi sembra quasi che ci dia quel coraggio per andare avanti e superare quello che, nel privato, non fila più!

La “vita privata”, che è quella che coltiviamo con più interesse, forse. È quella che alimenta il nostro animo, che ci fa sentire vivi. In essa fanno parte tutti quegli aspetti ai quali teniamo di più e che vogliamo tutelare. È il caso dei figli, ad esempio (e non sempre!) o di un progetto lavorativo.

La “vita segreta”, che è quella che non conosce nessuno, o quasi! È quella che confideremmo solo ad un/a migliore amico/a stretto/a o ad un fratello o ad una sorella. Pochi intimi, appunto, perchè altrimenti non sarebbe più segreta. Sicuramente, è la protagonista indiscussa del nostro stato umorale di uno o più periodi ben definiti del nostro percorso, colei che ci aiuta a nascondere quella relazione extraconiugale, la quale riempie voragini creati da quella “ufficiale”!

È proprio la vita segreta che è racchiusa nei nostri smartphone. Possiamo benissimo considerarlo il nostro vecchio diario dei segreti, il nostro confidente che non ci deluderà e non ci tradirà mai (se sappiamo usarlo!).

Ma, ritornando al film, di cosa tratta?

Come tanti altri, il film, all’inizio, presenta i protagonisti e la loro vita. Una vita all’apparenza felice e senza problemi. Ma, sappiamo bene, che l’apparenza inganna!

Rocco ed Eva, Cosimo e Bianca, Lele e Carlotta e, infine, Beppe sono vecchi amici, i quali si ritrovano a cena, dove viene proposto un gioco. La regola principale è quella di scovare i segreti dei commensali, attraverso le eventuali chiamate, messaggi, email che sarebbero arrivati ai loro cellulari. Saranno chiamati la “scatola nera” della loro vita.

Sarà il gioco il fulcro del film, che doveva servire a scoprire le oscurità dei protagonisti e, di conseguenza, sapere fino a che punto si conoscono, sia tra amici, che tra marito e moglie. Come si può ben immaginare, durante la serata, le sorprese non mancheranno. Ed ecco che esce fuori un tradimento, una diversa sessualità e chi ha dei piccoli segreti, taciuti per non intaccare quell’equilibrio illusorio di una coppia già arrivata, ormai, al capolinea.

Non scriverò la conclusione del film. Il ruolo di spoiler non mi si addice! Ma vorrei invitare, chi non l’abbia ancora visto, a guardarlo con attenzione. Mi limiterò, solo, a raccontarvi la trama, con la speranza di suscitare la vostra curiosità e, magari, stimolare la riflessione.

Ho voluto parlare del film “Perfetti Sconosciuti”, in quanto è un’opera che affronta il tema della privacy e dell’importanza di avere una vita segreta. Mette in luce l’alto valore della privacy e della segretezza nella nostra vita quotidiana.

Dobbiamo ammettere che tutti noi abbiamo dei segreti, che non vogliamo condividere con nessuno. Piccole cose che non ci sembrano importanti, ma che potrebbero cambiare la percezione che gli altri hanno di noi, magari. Possiamo fregarcene, certo, ma non possiamo non dare atto che qualora una persona, che consideriamo nostra amica, dovesse cambiare la considerazione che ha di noi, questo non possa influenzarci!

Tuttavia, la mancanza di una vita segreta può anche essere fonte di ansia e stress. Qualora dovessero essere assenti spazi e momenti di libertà, in cui possiamo essere noi stessi senza il giudizio degli altri, rischiamo di perdere la nostra autenticità e potremmo, quindi, diventare schiavi delle aspettative altrui.

Sottolineo che “avere una vita segreta” non significa necessariamente nascondere chissà quali segreti osceni o immorali. Bisognerebbe concepirlo come uno spazio, in cui possiamo esplorare le nostre passioni, i nostri desideri e le nostre debolezze senza essere, appunto, giudicati. La privacy è un diritto fondamentale, che ci permette di costruire relazioni sane ed autentiche con gli altri, senza dover sempre nascondere qualcosa o fingere di essere qualcun altro. Non vi nascondo che una delle mie paure più grandi è avere una relazione, (quindi investire del tempo, emozioni, sentimenti) con una persona che finge di essere qualcun altro. Rischio che si corre ogni giorno, praticamente! Dopo il carattere, è anche per questo che sono single!

Infine, “avere una vita segreta” può portare benefico per la nostra creatività e produttività. Infatti, quando si ha uno spazio, in cui possiamo esprimere liberamente le nostre idee, i nostri pensieri e le nostre emozioni senza dover preoccuparci di quello che gli altri pensano, possiamo liberare la nostra mente e concentrarci meglio sulle attività che ci interessano. Questo può portare ad una maggiore produttività, creatività ed alla realizzazione di obiettivi, che altrimenti non sarebbero stati possibili.

Ora sono io a chiedervi

Quanti di voi possono dire di conoscere a fondo il/la proprio/a partner?

Quanti di voi possono dire di ritrovarsi in una relazione sana, felice, onesta, trasparente?

E quanti di voi potrebbero dire di sentirsi finalmente realizzati?

La riflessione, in queste situazioni, penso sia d’obbligo!

Come già detto sopra, avere una vita segreta è molto importante, ma intesa come, appunto, spazio da dedicare a sé stessi. La maggior parte delle volte, però, si fraintende e, quindi, avere una vita segreta significa, ad esempio, farsi un amante. Niente di più sbagliato!

Ci siamo chiesti come mai ci è più semplice portare avanti due relazioni e non liberarsi di quella che ci fa stare male?

I segreti fanno parte di noi e, in soggetti sani, sono quei pensieri a cui dedichiamo del tempo per la realizzazione di noi stessi. Sono quei momenti sani e privi di immoralità, quelle parentesi di vita che ci aiutano ad avere un equilibrio.

Ma cosa succede quando si vive nella tossicità?

Il tutto peggiora, quando viviamo situazioni tossiche, senza dialogo, magari portate avanti con la scusa dei figli o perchè, semplicemente, non si ha il coraggio di assumersi le proprie responsabilità e prendere il mano la nostra vita. Questo perchè si arriva a quel momento in cui ci risulta difficile mettere in discussione tutto, magari dopo anni, in cui ci spaventa il cambiamento. Quindi, preferiamo continuare in quella “zona di comfort” alla quale siamo abituati, risultando vigliacchi anche, ma senza crearci altri problemi che non sapremmo come gestire.

Non sono qui per giudicare le scelte di nessuno! Che sia chiaro!

Sono qui per stuzzicare la curiosità e stimolare la consapevolezza.

Tengo a cuore la libertà e l’individualità di ogni essere umano.

Amo quelle persone che riescono ad essere qualcuno, anche nella vita di coppia o quando ci sono dei figli.

Stimo quelle donne che prendono una posizione, senza dimenticare chi sono e senza annullare il loro essere.

Provo ammirazione per quegli uomini che amano e rispettano chi hanno accanto, senza limitare la loro libertà e le proprie scelte, ma danno sostegno e sicurezza.

Ma come si fa ad arrivare a questo livello di “definizione” di sé stessi?

Innanzitutto, è fondamentale volersi bene e superare i propri limiti, traumi, paure.

È essenziale fare un percorso con sé stessi, capire chi si è ed arrivare a quella sicurezza mentale inattaccabile, che ti aiuta a realizzarti come persona. Non è un percorso facile, ma con l’aiuto di uno psicologo potrebbe risultare più semplice.

RICORDA!

Non potrai mai essere amato/a, qualora tu stesso/a non riesci ad amarti.

E questo mantra deve essere presente anche, e soprattutto aggiungerei, in coppia!

Il film ci mostra le classiche dinamiche di una coppia media italiana.

Quelle che non dialogano tra di loro e che si accontentano, pur di non rimanere da sole.

Quelle che non riescono ad accettare loro stessi.

o quelle che cercano in altri/e attenzioni che non arrivano dal/la loro partner.

Guardandoci intorno, è questo quello che capita!

Viviamo una realtà che non ci soddisfa e ci rifiugiamo negli smartphone, in quella “vita segreta” che tanto ci aggrada. Ma non sappiamo che, più che vita segreta, quella è “vita virtuale”! E la “vita virtuale” è virtuale perchè non esiste!

Siamo talmente tanto instabili e poco inclini alla gestione delle nostre emozioni che preferiamo proteggerci dietro uno schermo, come se avessimo terrore della realtà e ci importasse poco delle conseguenze.

Diciamo di conoscerci, ma non ci conosciamo affatto! E, con questo, non possiamo arrogarci il diritto di conoscere gli altri.

Pertanto, è essenziale fare pace con i nostri fantasmi interiori e crearci quell’equilibrio utile ad instaurare rapporti SANI ed ONESTI.

Ma questo significa sacrificare la vita segreta/virtuale alla quale ci siamo aggrappati, come la morfina in mano ad un drogato!

Ora vi chiedo.

Quanto siete pronti a disintossicarvi dalla droga chiamata “vita segreta”? O, meglio, chiamata “vita virtuale”?