Cronache

La mia Puglia. Amore e dannazione per il territorio

Ammetto che sarei di parte se dovessi iniziare a descrivere una delle regioni più belle d’Italia. Per questo mi limiterò ad elencare alcune delle sue particolarità, senza fami prendere troppo dai sentimenti (forse!).

La Puglia simboleggia un territorio pieno di bellezze naturali, cibo delizioso e musica tradizionale coinvolgente.

Le bellezze naturali

Tra le bellezza naturali, come non nominare, ad esempio, il Parco Nazionale del Gargano. Uno dei più grandi d’Italia, che si estende per circa 119mila ettari. È un vero e proprio tesoro naturale da scoprire, un prezioso gioiello nascosto, proprio per la sua incredibile biodiversità, i suoi panorami mozzafiato ed un patrimonio culturale davvero unico.

Un luogo di bellezza incontaminata, dove natura, avventura e cultura si fondono insieme. Può essere benissimo considerato un tesoro di biodiversità, grazie alla sua varietà di habitat naturali, che vanno dalle foreste di lecci e faggi ai meravigliosi laghi ed alle suggestive coste rocce. Tutto ciò permette di creare un ambiente favorevole per una ricca flora e fauna. I suoi panorami mozzafiato fanno da scenografia ad escursioni indimenticabili, grazie anche alla presenza di incantevoli spiagge lungo la costa.

Il cibo

La Puglia è terra di una cucina deliziosa ed autentica. È importante sapere che la stessa è il maggior produttore di olio d’oliva in Italia. L’olio extravergine d’oliva pugliese è conosciuto e richiesto in tutto il mondo.

Quando si parla di cibo, vengono subito alla mente il pane ed i taralli. Il primo, elemento base della dieta pugliese, mentre i secondi, che non sono altro che piccoli anelli di pane saporiti, sono una specialità di questa regione e vengono prodotti in varie varietà, forme e dimensioni.

Tra i prodotti da forno, non possiamo non ricordare le focacce ed i panzerotti, quest’ultimi fatti con la pasta della pizza chiusi a ventaglio, ripieni con pomodoro, mozzarella ed altri ingredienti a scelta. Possono essere cotti in forno o fritti. Icone del cibo pugliese sono, invece, le orecchiette, pasta fresca fatta a mano, dall’impasto molto semplice, a forma di conchiglia. Anche queste possono essere fatte con forme e dimensioni diverse, a seconda dell’area. Più grandi dalle parti di Bari, più piccole verso Brindisi e Lecce. E mi fermo qui, perché la scelta del nostro cibo è davvero molto ricca, oltre ad essere tanto, ma tanto buona!

La musica tradizionale

La Puglia è molto famosa anche per la sua ricca tradizione musicale. La stessa racconta di storie di vita quotidiana, amore, lavoro, celebrazione. Il più noto ed iconico genere musicale pugliese è la taranta, nome che deriva da “tarantola”, il ragno velenoso.

Originariamente, la taranta era una danza terapeutica praticata per curare il morso del ragno. Oggi, è una delle massime espressioni musicali e danzanti della cultura popolare, caratterizzata da ritmi coinvolgenti, tamburelli, chitarre, fisarmoniche, il tutto accompagnato da potenti voci. Legata alla taranta c’è la pizzica, una danza vivace e coinvolgente dai movimenti energici del corpo. La pizzica, nel tempo, è diventata un genere musicale a sé, i cui testi narrano di amore, passione e vita contadina. Lo strumento musicale associato alla pizzica è il tamburello, che crea un ritmo incalzante e molto coinvolgente.

La Puglia vanta anche cantautori e cantanti dal calibro di Al Bano, Domenico Modugno, i Negramaro, ma anche Alessandra Amoroso, Emma Marrone, Dolcenera, Caparezza, Apres La Classe.

È proprio di Caparezza che vorrei parlarvi, autore di una delle canzoni più famose, ma dal significato profondo ed alquanto critico, nei confronti di questa regione.

Caparezza, pseudonimo di Michele Salvemini, oltre ad essere un cantautore, è anche rapper e produttore discografico. È nato a Molfetta, provincia di Bari, il 9 ottobre 1973. È noto per la sua forte ironia e pungente critica sociale ed è un artista capace di combinare abilmente l’intrattenimento con le tematiche sociali. Un esempio lampante è, appunto, il brano “Vieni a ballare in Puglia”, pubblicato il 18 luglio del 2008.

La canzone affronta temi particolarmente sentiti dalla nostra regione. Tocca argomenti come le morti bianche, facendo riferimento ad un grave incidente avvenuto a Molfetta, pochi mesi prima dalla sua uscita. A questo, si aggiungono tematiche come gli incendi nel Gargano, la grave situazione ambientale, a causa dell’inquinamento provocato dall’ex ILVA a Taranto ed il caporalato, che colpisce gli extracomunitari impiegati nel lavoro dei campi.

Il titolo e l’intera canzone sono una vera e propria provocazione: il termine “ballare”, infatti, significa “morire”. Lo stesso Caparezza invita tutti a non ballare questa canzone ai matrimoni, ma ad ascoltarla con attenzione, provando a riflettere sulle problematiche di cui parla e con le quali la nostra regione combatte tutti i giorni.

Parto da qui, cioè da “Vieni a ballare in Puglia”, per far luce su un paio di situazioni ambientali davvero tanto difficili. Sto parlando di quelle che affliggono Taranto e Brindisi.

Taranto

Taranto affronta, ogni giorno, una vera e propria emergenza ambientale, a causa dell’ex ILVA, oggi ormai “Acciaierie d’Italia S.p.A.”.

È stato un importante polo siderurgico italiano, in quanto si occupava della produzione di acciaio e di prodotti ad esso correlati, ma la sua operatività è stata oggetto di controversie, a causa degli impatti negativi a livello di ambiente. Una delle più grandi acciaierie d’Europa, infatti, ha provocato emissioni di sostante come diossine, polveri sottili, benzene e metalli pesanti, causando l’inquinamento di aria, acqua e suolo.

Questo ha impattato pesantemente sulla salute dei cittadini e degli stessi lavoratori ed ha violato i diritti umani per decenni. I cittadini di Taranto, in particolare i residenti del vicino quartiere “Tamburi”, soffrono di malattie respiratorie, cardiache, cancro, disturbi neurologici e si conta un altissima percentuale di mortalità prematura.

I suoi dati epidemiologici non sono rassicuranti. Dal rapporto “Ambiente e salute a Taranto: evidenze disponibili e indicazioni di sanità pubblica”, pubblicato nel 2012, si evince che:

  • negli uomini si registra un eccesso di tumori, rispetto al resto della provincia, del 30%. In particolare, il 50% in più per il cancro maligno del polmone; più del 100% per il mesotelioma e per il cancro maligno del rene e delle altre vie urinarie (escluso la vescica); più del 30% per il cancro della vescica e per quelli della testa e del collo; del 40% per il cancro del fegato; del 60% per il linfoma non-Hodgkin; più del 20% per il cancro maligno del colon-retto e per il cancro alla prostata; il 90% per il melanoma cutaneo;
  • nelle donne si registra, sempre rispetto al resto della provincia, un eccesso di tumori di circa il 20%. In particolare, sono presenti eccessi per una serie di tumori maligni: pari al 24% di cancro alla mammella; superiore all’80% di cancro al collo dell’utero; il 48% del cancro al polmone; il 21% del cancro al colon-retto; il 75% del cancro al fegato; il 43% del linfoma non-Hodgkin; superiore al 100% del cancro allo stomaco.

Di alta rilevazione è il quadro relativo all’età pediatrica, che mostra incrementi significativi, soprattutto nel primo anno di vita dei bambini e di condizioni morbose di origine perinatale. I risultati mostrano un innalzamento particolarmente rilevante dei ricoveri per tumori maligni, per malattie dell’apparato respiratorio e fra queste le infezioni dell’apparato respiratorio, in relazione alla presenza ed all’aumento di polveri provenienti dalla zona industriale.

Il rapporto cita testualmente:

I bambini, come è noto, mostrano una maggiore vulnerabilità agli agenti ambientali perché, rispetto agli adulti, hanno tassi respiratori più elevati e maggior consumo di cibo per kg di peso, che possono determinare esposizioni più elevate, per inalazione ed ingestione, a contaminanti presenti nell’aria e negli alimenti; inoltre il comportamento mano-bocca rende i bambini più esposti ai terreni contaminati.

In aggiunta, lo sviluppo dei sistemi respiratorio, riproduttivo, endocrino, gastrointestinale e nervoso raggiunge la maturità nel periodo postnatale, e le finestre di suscettibilità nei bambini sono ampie, estendendosi dal periodo pre-concepimento alla fine dell’adolescenza; durante la pubertà, ad esempio, l’esposizione a interferenti endocrini ambientali può causare danni tiroidei e riproduttivi. La lunga durata dello sviluppo del cervello e il gran numero di processi neuronali disponibili in questa fase contribuiscono alla suscettibilità del sistema nervoso alle sostanze tossiche.

(dal rapporto “Ambiente e salute a Taranto: evidenze disponibili e indicazioni di sanità pubblica”)

Non è l’unico rapporto. Sono numerose le ricerche e gli studi epidemiologici, infatti, che hanno evidenziato un’associazione tra l’esposizione all’inquinamento industriale e l’insorgenza di malattie oncologiche.

Negli ultimi anni, sono stati intrapresi importanti sforzi per affrontare la situazione ambientale di Taranto e garantire la tutela della salute dei residenti. Sono stati implementati piani di bonifica e riduzione dell’inquinamento, in collaborazione con le autorità locali, regionali e nazionali. Inoltre, sono state adottate misure per promuovere energie rinnovabili, migliorare l’efficienza energetica e riqualificare le aree contaminate.

Brindisi

La mia città è famosa per un bellissimo porto naturale a forma di testa di cervo e la ricca architettura. Il tutto viene messo in serio pericolo dalle emissioni industriali altamente inquinanti e non solo. Infatti, Brindisi è stata dichiarata area SIN, a causa della presenza di realtà come quella di Micorosa.

Su Micorosa esistono una moltitudine di articoli e di studi, considerata sicuramente una delle aree più inquinate d’Europa. E’ conosciuta come la “discarca dei veleni”, si estende per 44 ettari e si trova, pensate un po’!? In un’area protetta, quella del Parco regionale Saline di Punta della Contessa, un percorso naturalistico che finisce proprio alla discarica. In quel sito, per decenni, sono stati interrati i veleni del Patrolchimico. E’ una vera e propria bomba ecologica e lo Stato mise a disposizione 50 milioni di euro per l’eventuale bonifica. Bonifica che è stata rimandata per troppi anni!

Questa si va ad aggiungere ad una situazione industriale altamente inquinante. Basti pensare che, a Brindisi, si produce energia bruciando carbone e, questo comporta non pochi danni irreversibili a livello della salute dei cittadini.

Anche a Brindisi, così come avviene per Taranto, secondo il Registro dei Tumori, si registrano tassi di incidenza superiori al resto della provincia, con eccessi per gli uomini del 5% e per le donne del 9%.

Fra il 2015 ed il 2019, si sono registrate 2421 nuove diagnosi di neoplasie ogni anno, 1295 tra gli uomini (53%) e 1126 tra le donne (47%). Inoltre, il 12% di queste diagnosi rappresentano emopatie maligne (come linfomi, leucemie e mielomi), mentre il restante 88% è rappresentato da tumori solidi.

Nel rapporto si legge che le cinque neoplasie più diffuse tra gli uomini sono quelle che colpiscono la prostata, il polmone, la vescica, il colon-retto ed il distretto testa-collo. Mentre, le cinque neoplasie più diffuse tra le donne sono quelle che colpiscono la mammella, il colon-retto, la tiroide, il polmone ed il corpo uterino. A livello regionale, si evidenziano eccessi, per gli uomini, più dell’11% per i tumori alla vescica, più del 38% per i mielomi e più del 34% per i tumori al testicolo. Nelle donne, invece, si evidenziano eccessi più del 10% per il tumore alla mammella, più del 38% per i mielomi e più del 13% per i tumori del sistema nervoso centrale.

Brindisi ha un enorme potenziale per lo sviluppo di energie rinnovabili, in particolare l’energia solare e l’eolico, grazie al suo clima favorevole e alla presenza di venti costanti. Investire in progetti di energia rinnovabile può non solo ridurre l’impatto ambientale, ma anche creare opportunità economiche e occupazionali per la città.

Ho voluto descrivere, in grandi linee, la situazione ambientale alquanto difficile che viviamo qui in Puglia. Questo perchè ritengo sia importante parlarne, in maniera tale da accendere i riflettori su un problema che, ora, è diventato emergenza.

Come ho già più volte scritto, il cancro è entrato in casa mia, sfondando la porta, senza bussare ed ha lasciato un vuoto incolmabile. Mi ha portato via la mia mamma! E come me, tante altre persone che conosco lo stanno combattendo o lo hanno combattuto, a diversa conclusione. Qui, è presente almeno un caso in famiglia di cancro. E questo è un dato facilmente verificabile, visitando e studiando attentamente le sale d’aspetto dei reparti oncologici degli ospedali. Ad un certo punto, il nostro amico “cancro” si presenta sulla nostra strada e non sempre con intenzioni buone. È sempre più diffusa, infatti, la diagnosi di tumore maligno, dopo pochi mesi dal controllo ed in età giovane.

È ovvio che la politica, in tutto questo, è un aspetto fondamentale, ma totalmente assente, altrimenti non saremmo mai arrivati a questo tragico punto. La problematica esiste e noi cittadini, quelli più attenti e colpiti da queste patologie altamente debilitanti, abbiamo più volte lottato ed alzato la voce per far sì che i nostri rappresentanti nelle istituzioni facessero qualcosa. Io stessa ho scritto a parlamentari della Repubblica Italiana per far conoscere la situazione molto delicata che vive la mia città. E non posso non dire che non ci siano state delle mozioni in merito. Come non ricordare quella su Edipower, ad esempio. Un “mostro” ora silente, portato in Parlamento, da un senatore del “Movimento 5 Stelle”, dopo una mia richiesta di intervento, vista la realtà insostenibile per residenti e lavoratori.

Ma non basta!

Finchè non ci sarà una presa di coscienza del problema ed una responsabilità nei confronti di tutti, malati e non, ci sarà sempre un atteggiamento passivo ed ipocrita da chi potrebbe fare qualcosa per cambiare una situazione incacrenita da decenni.

Ma si sa. Davanti ai soldi, alla corruzione, ai “poteri forti” non ci sarà mai nessuno che avrà le palle per dire BASTA!

“O Puglia Puglia mia tu Puglia mia
Ti porto sempre nel cuore quando vado via
E subito penso che potrei morire senza te
E subito penso che potrei morire anche con te.”

(dalla canzone “Vieni a ballare in Puglia”)