Tra le Pagine e le Pellicole: Dialogo con La Bibliomane
Oggi ci occupiamo di intervistare Asia, nota sui social come La Bibliomane. Tra le pagine e le pellicole affrontiamo un dialogo con La Bibliomane. Ci fornirà informazioni riguardanti la vicinanza che a oggi i libri e i social hanno acquisito.
G: Se potessi vivere per un giorno all’interno di un libro o di un film, quale sceglieresti e perché?
B: Se potessi vivere anche solo per un giorno all’interno di un mondo narrativo, sceglierei senza esitazione quello della saga di Harry Potter. È l’universo magico con cui sono cresciuta, che mi ha accompagnata durante l’infanzia e l’adolescenza, insegnandomi valori come l’amicizia, il coraggio e la lealtà. La magia, per me, non è solo un elemento fantastico, ma un simbolo di speranza e meraviglia. Varcare le porte di Hogwarts anche solo per ventiquattro ore sarebbe come tornare a casa, in un luogo dove tutto è possibile.
G: Qual è stato il primo libro che ti ha fatto innamorare della lettura e ricordi il momento in cui è successo?
B: Sin da bambina i libri sono stati una costante nella mia vita; perciò, non saprei dire quale sia stato il primo libro che ho realmente amato. Ricordo però con grande affetto Geronimo Stilton. Mia madre me lo leggeva prima di dormire e quel rituale ha acceso in me una scintilla che non si è mai spenta. Da lì in poi, leggere è diventato per me un gesto naturale, un’abitudine che è cresciuta insieme a me.
G: Hai mai scoperto un libro grazie a una scena cinematografica? Se sì, quale e come è avvenuta questa scoperta?
B: Sinceramente no, non ho mai amato mischiare cinema e letteratura. Sono cose che solitamente tendo a tenere distaccate.
G: Se dovessi creare una colonna sonora per il tuo libro preferito, quali brani includeresti?
B: Partiamo dal fatto che io non ascolto musica mentre leggo. D’altro canto, io adoro Taylor Swift, è la mia cantate preferita. Perciò, sicuramente sceglierei qualche sua canzone.
G: C’è un personaggio letterario o cinematografico che senti particolarmente affine a te?
B: Mi sono sempre sentita profondamente affine al gabbiano Jonathan Livingston, protagonista del racconto di Richard Bach. Fin da bambina ho corso in bici, e i miei compagni di classe alle elementari mi prendevano in giro, etichettandomi come un “maschiaccio”. Ma proprio come Jonathan mi sono impegnata, seguendo la mia strada con determinazione e amore per ciò che facevo. Oggi sono una ciclista professionista, ho rappresentato più volte l’Italia in nazionale e sono anche riuscita a vincere un campionato italiano. Direi che, in un certo senso, ho trovato le mie ali.
G: Come scegli i libri da leggere e da condividere sul tuo profilo? Segui un criterio particolare o ti lasci guidare dall’istinto?
B: Mi lascio totalmente guidare dall’istinto. Non leggo mai le trame, perché mi piace l’effetto sorpresa e temo sempre di incappare in spoiler che potrebbero rovinare l’esperienza. Questa stessa sensazione è ciò che vogliono trasmettere ai miei seguaci. Il non sapere cosa aspettarsi.
G: Hai mai pensato di scrivere un libro? Se sì, che genere sarebbe e quale sarebbe la trama principale?
B: Sì, ma non sento di avere niente da dire. Nel senso che per scrivere un bel libro ci deve essere qualcosa di interessante da comunicare, e io, almeno per ora, non credo di averlo. Comunque nel futuro le cose potrebbero sempre cambiare.
G: Se potessi intervistare un autore, vivo o defunto, chi sceglieresti e quali domande gli faresti?
B: Elena Ferrante, assolutamente. E cosa vorrei sapere di lei? TUTTO. Mi piacerebbe poter dialogare con lei riguardante le sue protagoniste femmine.
G: Qual è la tua routine ideale per la lettura? Hai un luogo o un momento della giornata preferito?
B: La mia routine ideale per la lettura comprende senza dubbio la spiaggia. In quel contesto riesco davvero a entrare in un’altra dimensione e divoro libri su libri. Nella quotidianità mi piace leggere la sera. Amo mettermi a letto con una camomilla calda tra le mani, le luci soffuse e un buon libro che mi aiuti ad addormentarmi.
G: Come vedi l’evoluzione del mondo dei bookstagrammer e quale pensi sia il ruolo di chi promuove la lettura sui social oggi?
B: Negli ultimi anni ho visto il mondo dei bookstagrammer e dei booktoker crescere in modo incredibile, trasformandosi in una vera e propria comunità capace di unire lettori di tutte le età e provenienze. Credo che chi promuove la lettura sui social abbia oggi una responsabilità bellissima e importante: rendere i libri più accessibili, più vicini, più vivi. Non si tratta solo di consigliare titoli, ma di trasmettere emozioni, di accendere curiosità, di far sentire che dietro ogni libro c’è un mondo pronto ad accoglierci. In questo senso, i social possono diventare un ponte tra il mondo digitale e quello cartaceo, tra la velocità e la lentezza, tra chi legge da sempre e chi potrebbe scoprirlo proprio grazie a un post.
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