Storytelling

Non so più cosa pensare

Nel nostro quotidiano abbiamo sempre dei pensieri. Quando non parliamo, pensiamo su come dobbiamo svolgere la giornata, su chi dobbiamo o vogliamo incontrare, sui nostri desideri. Ed è su quest’ultimo punto che voglio soffermarmi. Siamo sicuri di desiderare quello che veramente vogliamo? Credo, non del tutto! Siamo condizionati dai media, dall’ambiente di lavoro, dai centri di ritrovo che frequentiamo, dalle amicizie e conoscenze abituali. 

Alcuni spot pubblicitari ci propinano prodotti che dovrebbero migliorarci la vita e renderci felici, ma quando ne veniamo in possesso di oberiamo di lavoro e perdite di tempo e denaro. Ad esempio l’ultimo modello di automobile con tutti gli optional possibili (come viene spesso raffigurata). Ce la spacciano come un piacere da guidare, in mezzo a strade deserte, praterie sconfinate e boschi incantati, con sorrisi smaglianti a trentasei denti. Sfogando tutta la sua potenza, quando in realtà si è sempre imprigionati nel traffico a imprecare con quelli che ci precedono. Pregando di trovare un parcheggio, e a spendere soldi in tasse, assicurazione e carburante (nel peggio dei casi a compilare constatazioni amichevoli). 

Le colazioni felici a tavola, in cucine grandi come appartamenti, con le famiglie al completo, tutti già vestiti e pettinati. In realtà molte famiglie sono sfasciate, i coniugi separati e i figli affidati ai terzi. 

Il dentifricio che rende i tuoi denti smaglianti che ti fanno incontrare l’anima gemella. Molte persone non hanno nemmeno tutti i denti, e quello che veramente pulisce è lo spazzolino da usare almeno trenta minuti alla volta. Quanto all’ambiente di lavoro, il tuo datore dice sempre che sei pagato per svolgere la tua mansione, e non per pensare; lo fa lui per te. 

Nei centri di ritrovo è già tutto realizzato. Grazie a luci, rumori, odori, si viene condizionati a pensare cosa fare e cosa consumare a beneficio del centro stesso e non a soddisfare realmente ciò che si vuole. A partire dall’adolescenza con le amicizie e le conoscenze veniamo dirottati su strade diverse da quelle che pensavamo da bambini, spesso sbagliate, contrarie dai primi pensieri e desideri dei fanciulli. Quindi non si sa più cosa pensare veramente, quei pensieri che avevamo da fanciulli non ce li ricordiamo più, essendo ormai altamente inquinati dal pensiero collettivo. 

Zio baffo 

Angelo Buratti

Ciao a tutti, mi chiamo Angelo Buratti detto “il vecchio baffo” ho 55 anni vivo a Milano sono un personaggio molto particolare, conosciuto per la mia personalità eccentrica e stravagante. Sono disoccupato, bevo, faccio uso di stupefacenti e vado a prostitute. Vado, andavo, quando avevo ancora la grinta. Nella mia vita ho fatto tante cose, ho girato il mondo ho conosciuto tantissime donne bellissime ma l’unica donna che mi è rimasta e la mia mamma. Sono signorino, senza figli e da qualche mese sono detenuto nel carcere di Pavia. Ho deciso di scrivere articoli per The Digital Moon per tenermi impegnato e perché ho tanto da raccontare.