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NATO: da alleanza difensiva a braccio armato dell’impero USA

di Anti-Mainstream Eagle of Freedom

Quando nel 1949 venne fondata la NATO – l’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord – il suo scopo dichiarato era limpido: garantire la sicurezza collettiva dei Paesi membri in funzione anticomunista, all’interno di un equilibrio bipolare dominato dalla Guerra Fredda. Ma come molte istituzioni nate sotto il segno della difesa, anche la NATO ha vissuto una metamorfosi profonda. Oggi, più che un’alleanza tra pari, appare come il braccio armato di un impero: quello americano.

La fine della Guerra Fredda e l’inizio dell’espansione

Con la dissoluzione dell’URSS nel 1991, molti avrebbero pensato che la NATO avesse perso la sua ragion d’essere. Invece di sciogliersi o riformularsi in senso multilaterale, l’Alleanza ha cominciato una fase di espansione aggressiva verso Est, inglobando progressivamente i Paesi ex satellite di Mosca. Una provocazione geopolitica continua che ha ignorato le rassicurazioni date a Gorbaciov sul “non avanzamento a Est” e che ha spianato la strada alle tensioni attuali con la Russia.

L’espansione della NATO non è stata solo geografica, ma anche funzionale: da alleanza militare di difesa a strumento di guerra preventiva, destabilizzazione e interventismo permanente.

Missioni offensive mascherate da “operazioni di pace”

Dalla Jugoslavia all’Afghanistan, passando per la Libia, la NATO ha firmato alcune delle peggiori pagine dell’interventismo militare occidentale. Le bombe su Belgrado nel 1999 furono lanciate senza mandato ONU, in violazione del diritto internazionale, ma giustificate con l’urgenza di “fermare il genocidio”. Risultato: migliaia di vittime civili e la disgregazione definitiva di uno Stato sovrano.

Nel 2001, l’Afghanistan fu il primo grande banco di prova post-11 settembre. Vent’anni di occupazione sotto il vessillo NATO non hanno prodotto né democrazia né pace, ma solo corruzione, traffico d’oppio alle stelle e una fuga disordinata che ha consegnato il Paese nuovamente ai Talebani.

Nel 2011, con la Libia, la NATO ha completato l’opera: distruzione sistematica di una nazione stabile, uccisione di Gheddafi, e caos totale nel Mediterraneo. Oggi la Libia è un hub di traffico umano, armi e jihadismo. Ma nessuno si è mai assunto la responsabilità dell’“intervento umanitario”.

La NATO come dispositivo imperiale USA

La struttura della NATO è profondamente squilibrata. Il comando supremo delle operazioni è sempre in mano a un generale americano. Il budget, per oltre il 70%, è coperto da Washington. Le basi NATO in Europa – teoricamente multilaterali – sono in realtà basi USA a tutti gli effetti, usate per operazioni unilaterali che bypassano ogni controllo democratico.

È attraverso la NATO che gli Stati Uniti proiettano il proprio potere militare nel mondo, travestendolo da cooperazione internazionale. Le guerre NATO sono guerre americane con il timbro della “legittimità atlantica”.

Come osservato da *Consortium News* e *The Grayzone*, le strategie NATO coincidono quasi sempre con le priorità geopolitiche di Washington: contenere la Cina, accerchiare la Russia, dominare l’Eurasia.

Ucraina: il casus belli perfetto

La crisi ucraina è figlia diretta di questa logica espansionistica. L’idea di inglobare Kiev nella NATO è una linea rossa invalicabile per Mosca, da sempre ostile all’idea di una base NATO sul proprio confine. L’intervento russo del 2022, per quanto condannabile sul piano umanitario, non è esploso nel vuoto: è la conseguenza diretta di anni di provocazioni, colpi di Stato (Maidan 2014) sponsorizzati da USA e UE, e una crescente militarizzazione della regione.

Lo scopo reale dell’allargamento NATO non è mai stato la difesa, ma il controllo. Controllo delle risorse, delle rotte energetiche, delle economie satelliti. Con la NATO, gli USA mantengono l’Europa sotto scacco, impedendo una reale autonomia strategica del continente.

Conclusione: smascherare la retorica della difesa

Lontana anni luce dalla sua missione originaria, la NATO oggi è un apparato bellico globale, responsabile di destabilizzazioni regionali, guerre preventive e un’inflazione bellica permanente funzionale solo all’industria militare statunitense. Un’alleanza difensiva trasformata in un mostro geopolitico, che si muove senza freni né vincoli morali.

È tempo che l’opinione pubblica europea apra gli occhi. Non per simpatia verso Mosca o Pechino, ma per amor proprio. Per non essere più complici – e bersagli – di una macchina di guerra che si finge scudo, ma agisce da spada imperiale.

Fonti indipendenti utilizzate:

  • – *Consortium News* – https://consortiumnews.com
  • – *The Grayzone* – https://thegrayzone.com
  • – *MintPress News* – https://www.mintpressnews.com