Storytelling

Lettera a una mamma che non è riuscita a lottare

Cara mamma sei sempre stata il mio rifugio che mi proteggeva con amore, che mi dava sostegno, che mi faceva sognare come è giusto che un bambino faccia.
Finché è stato possibile, io ho parlato e mi sono confidata con te. Però, cara mamma, e scusami se te ne faccio una colpa, non hai mai voluto lottare, farti valere, recuperare i tuoi limiti.

E di questo forse me ne rendo conto solo adesso. Ora che ho preso le distanze guardo indietro e soffro.
Mi dispiace per te, perché da donna credo sia necessario: una famiglia si crea in due, e soprattutto i figli si crescono insieme, sbagliando in due se è necessario, ma comunque confrontandosi, scambiandosi pareri e idee.

Mamma perché non hai mai voluto questo?
Perché ti sei sempre lasciata comandare e mai hai preso una decisione con la tua testa?
Perché non hai mai avuto il coraggio di ribellarti al clima dittatoriale che c’era in casa?
Mi chiedo perché non hai deciso di allontanare noi figli da quella situazione, farci vivere meglio, tutti e tre, insieme a te.

Hai deciso di farci crescere in un ambiente non “sano”. Hai lasciato che ci sentissimo spesso inadeguati, poco apprezzati, sbagliati. Sicuramente non eri felice di questa situazione, però non hai mai fatto niente per cambiarla. Io ci sono nata e a gomitate ne sono uscita, sono diventata una donna. Mi sono costruita il mio futuro, sono orgogliosa di quello che sono diventata, tu lo eri… lo sei?

Sei nata in un paesino dove tutti erano amici, e per amore hai completamente trasformato la tua vita: sei finita in città dove, posso immaginare, non a tutti piacevi. Sicuramente non è stato semplice, ma perdonami mamma non riesco a capire perché farsi così tanto del male?

Con il passare degli gli anni ti sei chiusa in te stessa: l’Alzheimer ha preso la tua testa e adesso sei completamente nel tuo mondo. Ne sono quasi felice, sai, credo se capivi come veramente come siamo stati trattati da quello che dovrebbe essere un padre, forse non avresti retto a tanto dispiacere.

Ti voglio bene mamma e te ne vorrò sempre.
Mi rimarrà per sempre il grande dubbio: È la tua testa che ti ha abbandonato, oppure sei tu che hai deciso di chiudere prima la tua partita?

Autore Anonimo