Attualità

La Bibbia e la sua influenza nella società moderna

Io sono Giorgia, sono una Donna, sono una Madre, sono Italiana, sono Cristiana”.

Come non ricordare questa frase dell’attuale Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha spopolato in ogni dove, negli ultimi tempi. Ma la politica, in questo articolo, non c’entra molto, se non proprio niente! Ma non è detto che non sarà un argomento che tratterò, in futuro, essendo la politica, una delle mie passioni.

Oggi, vorrei soffermarmi su quel “sono Italiana, sono Cristiana”, un binomio che non è propriamente corretto, a mio avviso. E più avanti spiegherò il perché!

Anche io “sono ITALIANA” e sono andata a scuola. La scuola mi ha insegnato che L’ITALIA È UN PAESE LAICO.

Cosa significa PAESE LAICO?

Uno Stato si definisce LAICO quando è “areligioso” e “aconfessionale”, quindi quando NON ha una religione ufficiale. Questo significa che, in quello Stato, si può professare qualsiasi religione, in maniera libera, senza alcuna interferenza o limite da parte di nessuno. Ed indovinate un po’ cos’è l’Italia?

Ci siamo mai chiesti come mai seguiamo tutti un unico percorso di fede?

Nonostante quanto detto, infatti, tutti tendono a seguire la stessa religione ed essa viene quasi imposta. Negli uffici pubblici c’è sempre un crocifisso. Nelle scuole si studia l’ora di religione ed è sempre il cristianesimo, tra l’altro insegnato, molto spesso, dai preti. Negli ospedali, non manca mai una cappella ed il prete dà sempre l’estrema unzione ai malati terminali, senza informarsi sulla volontà o sulla fede professata degli stessi.

Ma ci siamo mai chiesti il perché?

Potrei benissimo dire che, più che crederci fortemente, sia diventata una consuetudine, “tramutata” in tradizione. E guai a toccarla questa tradizione!

Non voglio dare largo spazio all’ignoranza, ormai dilagante, in cui siamo costretti a vivere. Io, in primis, mi sento obbligata a dover condividere l’aria che respiro con persone chiuse mentalmente e che lasciano poco spazio a dinamiche non accettate socialmente. Ma anche di questo, molto probabilmente, parlerò in un altro articolo!

Mi sembra indispensabile, vista la situazione, dover fare delle precisazioni.

L’ITALIA È UN PAESE LAICO (ripeto!).

La Costituzione, in effetti, in diversi articoli, partendo dal n.7 in poi, sancisce la laicità dello Stato Italiano. Non è esplicitamente scritto, ma è facilmente ricavabile, come per esempio nell’art.8, il quale ratifica che “tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge”. O l’art. 19, il quale stabilisce espressamente che “tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto”.

È proprio mantenendo fedelmente, forse, l’unico libro che dovremmo seguire (la Costituzione, appunto!), portando alto l’onore della democrazia e della libertà che, come dicevo, già da piccoli, da quando non siamo ancora in grado di intendere e di volere, che ci impongono una sola fede religiosa. Il cattolicesimo!

Cos’è il CATTOLICESIMO?

Il Cattolicesimo è la religione cristiana professata da tutti i membri della Chiesa Cattolica, credenti in un unico Dio e fedeli al libro sacro, chiamato “La Bibbia”.

La BIBBIA.

La Bibbia è il libro sacro che tutti coloro che sposano la religione cattolica, iniziano a studiare a scuola ed al catechismo. I più estremisti non solo lo studiano, ma lo applicano in ogni contesto della loro vita, facendone un mantra imprescindibile. Tutti coloro che non rispettano cosa dice la Bibbia, da loro sono considerati l’Anticristo, un essere da allontanare, da debellare se non si dovesse riuscire a riportare sulla “retta via”.

Essa si divide in “Vecchio Testamento” e “Nuovo Testamento”. Non ci sono grosse modifiche dell’uno o dell’altro, ma si dice che ci siano della differenze tra “le parole del Signore” e “la scrittura dell’uomo”.

Insomma, dove c’è l’uomo c’è sempre danno!

Scherzi a parte. Così come ho detto prima, i nostri genitori e nonni ci impongono già da piccoli di seguire la fede cristiana, sicuramente perché influenzati dalla vicinanza dello Stato del Vaticano e dalla sede papale nella capitale d’Italia. È un po’ una tradizione, un qualcosa che si deve fare, come la tachipirina quando hai la febbre alta!

E questo nonostante lo Stato e la Chiesa Cattolica siano delle istituzioni completamente indipendenti e sovrani, all’interno del proprio ordinamento. In teoria, perché in pratica abbiamo diverse prove inconfutabili dell’influenza della Chiesa Cattolica nelle vicende dello Stato Italiano. Complice anche la poca cultura di politici come Salvini, che porta la religione cattolica nelle piazze, per schiacciare tutte le altre, considerate “minoranze”.

Nonostante la laicità dello Stato Italiano e, quindi, la stessa Costituzione tuteli tutte le religioni e le loro propagande, non ho mai ben capito la motivazione che spinge tutti a dover professare la stessa religione (come tante pecore!). Così come non comprendo come, nel 2023, si possano ancora seguire i dettami di un libro, che dovrebbe riportare le parole di un fantomatico Dio, che nessuno ha mai visto, scritto milioni di anni fa, tra l’altro!

Mentre sto qui a comprendere, ancora dopo tanti anni, vi racconto giusto un paio di cosucce!

La Bibbia dovrebbe essere un libro sacro, come pocanzi ho scritto, ma di “sacro” ha veramente molto poco!

La stessa, infatti, prescrive la pena di morte e la tortura in casi come:

  • l’omicidio:
  • i crimini sessuali, compreso l’adulterio, i rapporti omosessuali, la zoofilia e lo stupro;
  • una donna fidanzata che non grida mentre viene stuprata;
  • una donna che non è vergine la notte del suo matrimonio;
  • adorare altre divinità;
  • stregoneria;
  • pronunciare il nome di Dio invano o maledirlo;
  • percuotere un genitore;
  • rapire.

Non mi soffermerò sulla stregoneria o sul pronunciare il nome di Dio invano. Potrei essere più cinica rispetto a quello che sono di solito!

Ma non posso non far notare come tra i crimini sessuali, sullo stesso livello dello stupro, vengano posti l’adulterio ed i rapporti omosessuali. Così come una donna fidanzata (sottolineo, fidanzata!) che non grida durante uno stupro ed un’altra non vergine la prima notte di matrimonio vengono menzionate tra coloro le quali verrebbero punite con la morte, al pari di uno che ha ammazzato o percosso o rapito o tutte e tre!

Ci sarebbe tanto da scrivere, ma è giusto fare un altro paio di precisazioni!

Non sono a favore della pena di morte. Io penso, anzi, che bisogna punire a dovere chi usa violenza, chi ammazza, chi, più in generale, commette reati molto gravi che violano la libertà dell’altra persona. Non penso sia meglio che qualcuno decida se e come farli morire, ma credo che qualche decennio chiuso, in un luogo dove può riflettere e combattere con i rimorsi di coscienza, serva molto di più! In fin dei conti, non c’è molta differenza tra chi ammazza e chi decide che quello che ha ammazzato debba essere ammazzato!

Detto questo, mi chiedo come si possa ancora seguire un libro, sacro o non, che mette sullo stesso livello uno stupro con un rapporto omosessuale o l’adulterio! Senza considerare il fatto che, seppur non chiaro, ma sembri che sia stupro solo quando una donna fidanzata urli durante l’atto. Quindi, una donna non fidanzata che urla durante l’abuso, come la consideriamo? Ed una donna non fidanzata che non urla durante un abuso?

Il problema essenziale in questa osservazione è che, purtroppo, c’è chi ancora segue questi “dettami imposti”. Nonostante lo stesso Papa Bergoglio abbia preso posizione in merito alle coppie omosessuali, c’è chi ancora si indigna quando vede due uomini o due donne abbracciarsi, baciarsi o in altre effusioni. O c’è chi, ancora, crede che l’adulterio sia peccato, ma solo da parte delle donne, le quali, sappiamo molto bene, saranno sempre considerate delle troie, anche solo se dovessero indossare una scollatura o una minigonna!

Le coppie omosessuali sono coloro i quali, molte volte, subiscono ogni tipo di violenza, verbale e fisica, da soggetti che credono che i gay siano sbagliati, che l’omosessualità non sia normale, ma che la violenza sia giusta in questi casi, evidentemente! La pazzia sta proprio in chi giudica i gay, ma giustifica chi picchia gli stessi gay! E, a volte, sono proprio i praticanti della Chiesa a fare ciò!

Quale libro sacro può insegnare questo?

Se è vero che esiste un Dio, lo stesso può accettare che si usi violenza solo per il fatto che una persona provi attrazione per un’altra persona dello stesso sesso?

E, se sì, possiamo definirlo un Dio misericordioso?

Penso che le risposte a queste domande siano alquanto ovvie.

Domande che possiamo benissimo porre anche in caso di adulterio o di stupro.

Me lo immagino già il Dio misericordioso che chiede ad una donna stuprata: “Hai urlato mentre ti violentavano? Altrimenti dovrò condannarti a morte!”. Sarete d’accordo con me che questa cosa non abbia una logica, vero!?

Tanti esperti, in merito, dicono che ogni vittima di violenza attui un “proprio” comportamento, in caso di violenza. Quindi, c’è chi urla, come c’è anche chi non riesce ad urlare. Si chiude semplicemente in sé stessa, un silenzio dignitoso, con la speranza che finisca il tutto velocemente. In quel momento, subentrano tante emozioni, tra cui la paura. La paura che, qualora dovessi reagire, lo stupratore o gli stupratori possano farti del male in maniera irreversibile.

Ma sulla Bibbia, questo non c’è scritto!

E non posso neanche aspettarmi che, chi non si è mai ritrovato in certe situazioni, possa comprendere cosa significhi e cosa comporti. Ma pretendere rispetto ed un po’ di silenzio, forse è la migliore cosa!

Vorrei aprire una piccola riflessione.

Penso che si sia ben compreso quanto io sia particolarmente sensibile nei confronti delle mie amiche donne ed alle tematiche ad esse correlate.

La Bibbia condanna la donna che non urla in caso di stupro e la donna che non arriva vergine al matrimonio. E l’uomo?

È facilmente intuibile come la bassa concezione della donna, discriminante ed offensiva, sia molto influenzata anche dalla religione. Quel “ruolo” di brava donna di casa ci è stato quasi imposto, come se diversamente Dio non ci perdoni o non ci riservi un posto in paradiso (per chi ci crede!).

La donna.

È sempre lei la pietra dello scandalo, il personaggio principale sotto i riflettori. Per essere considerate “brave donne”, dobbiamo per forza seguire quell’esempio, quel modello che ci viene imposto e che fa stare tutti tranquilli. Quel modello che ci impone di essere dolci, sempre disponibili e totalmente sottomesse all’autorità maschile.

Sappiamo bene quanto la società ci ritenga responsabili di un nostro comportamento, atteggiamento, abbigliamento, carattere. Ed il tutto si aggrava se ci si aggiunge l’interpretazione della Bibbia, un libro scritto milioni di anni fa, dal genere umano!

Come non menzionare la tradizione, abbastanza diffusa, dell’abito bianco quando ci si sposa in Chiesa.
L’abito bianco, ai tempi, veniva utilizzato dalle ragazze, come segno “evidente” di verginità delle stesse. Un segno di chiara dimostrazione a tutti che la futura moglie era ancora illibata. Oggi, alle donne che vorrebbero sposarsi in Chiesa, è imposto l’abito bianco, anche se di vergine c’è ben poco (o proprio niente!).

Ma per chi segue e crede alla Bibbia ed alla religione cattolica, sembra che l’abito bianco, così come la verginità, siano cose troppo importanti. Quel peso che fa vacillare l’ago della bilancia da un lato rispetto che all’altro. Oggi, si preferisce non sapere se una figlia (sottolineo, femmina!), abbia già fatto sesso, proprio per non mettere in discussione le proprie credenze religiose. Ci si sente quasi offesi, per alcuni un colpo all’orgoglio! Ma è la stessa cosa in caso di figli maschi?

La verginità la prima notte di matrimonio è uno dei punti “salienti” menzionati più volte della Bibbia. In quel tempo, la verginità femminile era un aspetto troppo importante per la comunità e per la famiglia. Talmente importante che in Deuteronomio 22:13-21, viene descritta una situazione in cui una donna sposata viene accusata di non essere più vergine. Qualora la colpa della donna dovesse essere provata, la stessa sarà condannata alla lapidazione, fino a che non perderà la vita.

La nostra condizione di piena sottomissione ed altamente giudicata non cambierà, qualora non dovessimo iniziare a dare la giusta interpretazione alle cose e, soprattutto, porle nella giusta dimensione.

La storia dovrebbe insegnarci sempre qualcosa, ma ritengo che si dimentichi molto facilmente. Questo perché è molto più facile sedersi dalla parte del gruppo e non prendere una posizione e distinguersi dalla massa.

Facciamo sempre attenzione a ciò che si dice e che si fa, perché non è escluso che, un giorno, a sederci sulla scomoda sedia della VITTIMA potremmo essere proprio noi!