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LA PSICOANALISI DI CARL JUNG E GLI ARCHETIPI

LA PSICOANALISI DI CARL JUNG E GLI ARCHETIPI

Carl Gustav Jung è stato uno degli psicoanalisti e filosofi più affascinanti del Novecento.

Il suo pensiero ha attraversato molti campi del sapere, come la religione, la mitologia e l’antropologia.

Il suo pensiero ha dato origine ad un nuovo ramo della psicoanalisi, chiamato “Psicologia analitica” o “Complessa”, per il grande peso attribuito ai complessi inconsci.

La psicoanalisi di Carl Jung e gli archetipi sono ancora oggi un argomento carico di fascino.

JUNG E GLI ARCHETIPI

Uno dei concetti più affascinanti introdotti da Jung è quello di “archetipo”.

Si tratta di costrutti universali inconsci, capaci di influenzare la vita psichica del singolo. Gli archetipi avrebbero a che fare con molti aspetti della vita umana e delle sue vicissitudini, influenzando profondamente la vita psichica individuale e collettiva.

L’emergere delle costruzioni archetipiche avverrebbe nelle formazioni dell’inconscio, come ad esempio nei sogni, attraverso temi ricorrenti, oppure tramite i simboli.

Sul piano sociale, gli archetipi sarebbero rintracciabili nei grandi miti, nei racconti della religione e della letteratura. Il loro influsso determinerebbe la comparsa di storie con contenuti e dinamiche simili, in popoli ed epoche diverse.

LA GRANDE MADRE

Uno degli archetipi considerati più importanti è quello della “Grande Madre”, teorizzato dallo psicologo israeliano Erich Neumann.

Come in ogni formazione archetipica, alla maternità è assegnata una doppia anima; da una parte vi è la “Grande Madre” come fonte di vita, creatrice e generativa; dall’altra vi è la dimensione mortifera e distruttiva della maternità.

Ma come? La maternità avrebbe quindi a che fare anche con la morte?

Afferma Erich Neumann:

“Ogni donna è, come ogni grembo, il grembo primordiale della Grande Madre da cui tutto ha origine, il grembo dell’inconscio. La Grande Madre minaccia l’ego con il pericolo dell’autodistruzione, della perdita di sé, in altre parole della morte e della castrazione.”

DUE VOLTI DELL’ARCHETIPO

Se la prima concezione della “Grande Madre” come fonte di vita generativa è universalmente nota, accettata e condivisa, la seconda, quella oscura e mortifera, pare invece rimossa e rifiutata.

Questo secondo versante della femminilità trova tuttavia alcune declinazioni culturali affascinanti;

ne abbiamo un esempio nella figura del folklore sardo dell’Accabadora, la misteriosa figura femminile che, nel silenzio della notte, si dice si recasse dai moribondi, per porre fine alle loro sofferenze.

Oppure al ruolo della donna nella società dell’Italia medievale: Dante racconta di come fosse stato rimproverato da alcune donne, durante un momento di lutto e sconforto, perché visto piangere in pubblico.

Per la donna della società medievale, la gestione della nascita e della morte erano un territorio esclusivo, precluso a uomini e bambini, anziani.

Questa dimensione della maternità oggi appare rimossa, così come è rimossa dal discorso comune il suo oggetto, la morte.

L’ARCHETIPO IN ANALISI

Nel corso di un trattamento l’analista fedele al pensiero di Jung rintraccia la presenza dell’influenza dell’archetipo nelle formazioni dell’inconscio che il paziente dispiega.

Per esempio, l’analisi di un sogno, di un lapsus o di un sintomo può far emergere questioni legate al processo di “separazione” dal materno inconscio del soggetto.

Il processo psichico di “Individuazione”, di pieno sviluppo psichico della personalità, richiede infatti di riformulare anche a livello inconscio il rapporto del soggetto con il materno che lo abita.

Come possiamo divenire creativi se rimaniamo passivamente vincolati al ruolo di figli?

L’IMPORTANZA DI JUNG

La psicoanalisi di Carl Jung offre l’affascinante possibilità di cogliere la profonda connessione tra psiche individuale e psiche collettiva.

Già Freud aveva colto questa relazione senza, tuttavia, portarla alle sue piene conseguenze.

Jung ha sempre messo al centro l’interazione costante tra singolare ed universale, con l’obiettivo di cogliere il filo rosso che collega queste dimensioni.

Come abbiamo visto, la psicoanalisi di Carl Jung e gli archetipi rivestono una grande utilità, nella pratica clinica dei fenomeni individuali e collettivi.

Per approfondire:

-Neumann – “La Grande Madre” 1951

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