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Intervista a Ottavia Oddone: Spirito libero e aspirante Attrice

Intervista a Ottavia Oddone: Spirito libero e aspirante Attrice.
In questa Intervista sincera e profonda, Ottavia si apre con autenticità, raccontando il suo percorso personale e professionale. Tra passioni artistiche, studio della psicologia e una vita vissuta intensamente, emerge il ritratto di una giovane donna determinata a inseguire i propri sogni, senza rinunciare alla libertà di essere se stessa. Un dialogo intimo che svela fragilità, forza e la bellezza del mettersi in gioco.

Chi è Ottavia Oddone, al di là del curriculum?

Ottavia è una ragazza sensibile, emotiva, sempre in bilico tra il desiderio di conquistare il mondo e quello di lasciarlo andare per perdersi altrove, libera, senza meta.
I miei amici dicono che porto il sole, e un mio ex mi ripeteva spesso che “profumavo d’estate”. Forse perché cerco sempre di trasmettere luce, anche quando dentro c’è buio.
Non sono il tipo che mostra facilmente il proprio malessere. Quando sto male, spesso sparisco. Se non riesco a portare energia positiva, preferisco restare in silenzio.
La cioccolata è la mia cura segreta. La mangio sempre, ma nei momenti tristi diventa la mia droga.

Quanto ti rappresenta il tuo segno zodiacale, l’Ariete, nella vita quotidiana?

Io sono Ariete, costantemente e senza pause.
Impulsiva fino al midollo: non aspetto quei tre secondi in più che servirebbero a prendere decisioni più lucide, più ponderate, o semplicemente meno di pancia.
Vivo di coraggio, mi nutro di esperienze adrenaliniche, quelle che mi scuotono, mi emozionano, mi fanno sentire viva. E spesso è proprio questo che mi mette nei guai.
Aggiungici la mia irascibilità, che non mi permette di restare in silenzio davanti a ciò che mi fa stare scomoda, a ciò che percepisco come ingiusto.
E infine, forse il mio pregio più pericoloso: ho un cuore troppo grande, e quando incontro qualcuno che amo, non riesco a non donarlo tutto.

Ti senti più mente razionale da psicologa o spirito libero da artista?

Mi sento profondamente uno spirito libero.
Non sopporto le catene, la prigionia, tutto ciò che cerca di trattenermi.
Nella vita mi sono sentita soffocare troppe volte, e adesso, se qualcuno prova anche solo a chiudermi in una gabbia, dentro o fuori, impazzisco.
Detesto i divieti, le regole imposte, le norme rigide. Tutto ciò che mi impedisce di esprimermi, di essere davvero me stessa.
La psicologia mi affascina da sempre.
Ho sempre sentito il bisogno di capire perché pensiamo in un modo e non in un altro, cosa ci muove dentro, cosa ci frena.
Ora che la studio, sento finalmente di avere gli strumenti per esplorare tutto questo – e lei, la psicologia, me lo sta insegnando bene.

Cosa significa per te “essere creativa” nella vita di tutti i giorni?

Essere creativa, per me, significa trovare sempre nuovi modi di risolvere problemi.
Non mi annoio mai davvero, perché anche nei momenti di apparente quiete, la mia mente lavora, immagina, costruisce – magari una navicella spaziale, tanto per dire.
Significa che, invece di starmene seduta a rilassarmi durante una pausa, finisco per cucinare qualcosa di nuovo per qualcuno che amo, inventando la ricetta sul momento.
Ma la creatività non è sempre un vantaggio.
A volte, proprio perché la mia mente non si ferma mai, faccio fatica a pensare con lucidità o a concentrarmi davvero su un solo compito.


Stai facendo la magistrale in clinica: cosa ti ha portato a scegliere questo percorso?

A gennaio ho avuto un brutto incidente in macchina, e da lì ho capito, o forse mi è stato fatto capire, che qualcosa doveva cambiare.
Non sapevo da dove cominciare, ero scombussolata, emotivamente a pezzi, senza più il controllo delle redini della mia vita.
Ma accanto a me c’era, e c’è, una meravigliosa psicoterapeuta, che con delicatezza e forza mi ha aiutata a ritrovare un punto da cui ripartire.
E quel punto è stata la psicologia, una strada che avevo abbandonato da ormai due anni.
E non potrei essere più felice di questa scelta.

C’è un punto di incontro tra psicologia e arte nel tuo modo di vivere o lavorare?

Questa è una domanda complessa.
Credo che la psicologia faccia parte di me: ciò che studi ti nutre, e finisce per influenzare, spesso senza che ce ne rendiamo conto, il nostro modo di vivere, di costruire e di relazionarci.
L’arte, invece, è la mia passione, ciò che mi muove, che mi spinge a creare, ad essere, ed è, secondo me, la forza che ci fa andare avanti nella vita.
Penso che queste due dimensioni, arte e psicologia, si intreccino ogni giorno dentro di me, e inconsapevolmente, insieme, danno forma al mio mondo.

In un mondo ideale, che lavoro faresti domani?

Io domani, come oggi, voglio fare l’attrice.
Non c’è lavoro a cui più aspiri nella vita.

Hai mai pensato di unire arte e psicologia in un unico progetto?

Sì, assolutamente.
Il podcast nasce proprio con questa idea, con questa intenzione.
Arte e psicologia sono due discipline che, in qualche modo, si sovrappongono, e l’opportunità di potermi esprimere attraverso entrambe rappresenta per me una realizzazione totale.


Parlami di Birra: com’è cambiata la tua vita da quando c’è lei?

Birra ha stravolto la mia vita.
Prima di incontrarla, avevo una forte paura dei cani: qualche anno prima ero stata azzannata al viso, e poco dopo mi ero ritrovata sola nel bosco con tre cani da pastore.
Da allora, non riuscivo nemmeno a camminare sullo stesso marciapiede con un cane in vista, anche se era lontano.
Birra non solo mi ha aiutata a superare quel trauma, ma mi ha insegnato che l’amore più profondo non ha bisogno di parole.
Per me lei è tutto: è una persona, e senza dubbio è la creatura che amo di più al mondo.

Hai dei rituali quotidiani o piccole abitudini che ti aiutano a restare centrata?

Magari fossi centrata.
Purtroppo questa parola proprio non mi si addice.
Non ho abitudini e nessun rituale, purtroppo la routine mi annoia.

Se dovessi descriverti con una sola immagine o scena, quale sarebbe?

Fuoco. Il fuoco sono io.

Qual è il sogno che stai inseguendo in questo momento?

In questo momento, il mio desiderio più grande è trovare serenità e pace interiore, anche se, forse, non le troverò mai del tutto.
Il mio sogno, però, resta sempre lo stesso: trasformare la mia passione per la recitazione in una vera e propria carriera.

Cosa ti fa sentire veramente viva?

Essendo, come dicevo, una persona molto emotiva, tutto ciò che mi provoca emozioni intense, qualunque sia l’ambito, mi fa sentire profondamente viva.
Detto questo, ho un amore particolare per i parchi divertimento: l’adrenalina delle montagne russe, soprattutto quelle più estreme, mi fa sentire incredibilmente in vita.
Anche ballare con i miei amici mi dà una sensazione meravigliosa, forse più legata alla gioia di vivere che a quella scarica di vita pura.

Dove ti immagini tra cinque anni, se potessi scegliere liberamente?

Se penso a dove mi vedo tra cinque anni, e all’immagine che più mi scalda il cuore, devo dire che mi immagino nella mia casa a Parigi, la mia città del cuore, con la persona giusta accanto, Birra, un bassotto e il mio dobermann, Pluto.
Una carriera ben avviata davanti a me, la salute dalla mia parte e una voglia di vivere che, ogni tanto, oggi mi manca, ma che spero di ritrovare pienamente.

Conclusione

Intervista a Ottavia Oddone: Spirito libero e aspirante Attrice, un viaggio tra emozioni, sogni e consapevolezze. Ottavia ci lascia con l’immagine autentica di una giovane donna che non ha paura di mostrarsi per ciò che è: intensa, fragile, coraggiosa. Un esempio di come si possa cercare sé stessi attraverso l’arte, l’amore per la vita e la libertà di sentirsi vivi ogni giorno.

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Intervista a Ottavia Oddone: Spirito libero e aspirante Attrice
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