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Piramidi, radar e menzogne: quando l’onesta intellettuale sbugiarda Geoflop

di Anti-Mainstream Eagle of Freedom

C’è un limite oltre il quale la cosiddetta divulgazione scientifica si trasforma in propaganda, e Geopop quel limite lo ha superato da tempo. L’ultimo caso riguarda la scoperta – o meglio, la rilevazione strumentale – di strutture sotterranee sotto la piramide di Chefren, portata avanti dal professor Corrado Malanga e dal ricercatore Filippo Biondi grazie all’uso di una tecnologia avanzata: la tomografia radar Doppler SAR.

Ma anziché limitarsi a una valutazione tecnica, Geopop ha deciso di attaccare l’intera operazione, definendola “una bufala bella e buona”. Peccato che a risultare falsa – come spesso accade – non sia l’indagine scientifica, bensì la narrazione caricaturale proposta dal portale stesso, ormai ridotto a una caricatura pseudoscientifica del fact-checking, buona solo a tranquillizzare chi non ha voglia di farsi domande.

Il metodo SAR è verificato. Punto.

Il SAR (Synthetic Aperture Radar), e in particolare la sua applicazione tomografica Doppler, è un metodo assolutamente legittimo e già validato scientificamente per analisi di penetrazione e imaging tridimensionale in ambienti geologici e archeologici. Lo studio di Malanga e Biondi, pubblicato come preprint su arXiv e disponibile anche su ResearchGate, ha mostrato dettagli finora ignoti all’interno della piramide di Cheope, utilizzando proprio questo metodo radar ad alta precisione.

È importante chiarire: il metodo è stato verificato, è stato pubblicato, ed è utilizzabile per scopi simili. Chi afferma il contrario, o mente deliberatamente o parla senza conoscere nulla di geofisica radar. Il fatto che non venga “sempre” usato per le piramidi non significa affatto che non funzioni: sarebbe come dire che una TAC non serve perché non è usata tutti i giorni in campagna.

Geopop: la finta scienza al servizio del conformismo

Il problema di fondo non è solo l’ignoranza tecnica, ma la natura stessa di Geopop, che si propone come “divulgazione per tutti” ma finisce sistematicamente col banalizzare, ridicolizzare o screditare ogni voce fuori dal coro. È successo con le ricerche indipendenti sul 5G, con i documenti militari sulle scie chimiche (sì, quelle vere, depositate in commissioni parlamentari USA), ed ora anche con una scoperta archeologica potenzialmente epocale.

Dietro un tono colorato e ammiccante, Geopop si è ritagliato il ruolo del “debunker da TikTok”, un clown scientifico utile al mainstream per ridicolizzare ogni riflessione alternativa. La loro strategia è sempre la stessa: screditare la fonte, ignorare le pubblicazioni, inventare standard arbitrari di validazione scientifica, e magari chiudere con una battuta scema.

Nel caso della scoperta sotto Chefren, l’attacco è stato mirato: il video è stato rimosso dopo essere stato smontato pezzo per pezzo da ricercatori, utenti e divulgatori alternativi. Nessuna ritrattazione, nessuna autocritica: solo silenzio. Come sempre accade quando vengono colti con le mani nel sacco.

Conclusione: chi ha paura della verità?

Il metodo SAR funziona, è stato testato, e può rivelare strutture al di sotto delle piramidi egizie. Il fatto che lo studio completo sulle anomalie sotto Chefren non sia ancora stato pubblicato non è una sconfitta, ma il normale iter della ricerca. Chi grida al “complotto” in questo caso sono proprio i sedicenti paladini della scienza pop, che si rivelano per quello che sono: gatekeeper della narrazione accettabile.

Noi invece vogliamo porre le domande scomode. Vogliamo sapere cosa c’è davvero sotto Chefren. E non ci accontentiamo delle risatine da backstage di qualche influencer travestito da geologo.

La scienza vera non deride: osserva, misura, verifica. E non ha paura di riscrivere la storia.

Fonti :

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