L’Arte come Rinascita: Intervista all’Artista che Ha Stregato la Moda e il Sacro
Abbiamo avuto il piacere di intervistare Ilian Rachov , un artista indipendente il cui percorso creativo attraversa musei, icone sacre, atelier di moda e collaborazioni con star internazionali. La sua storia è un racconto di resilienza, bellezza e autenticità.
1. Puoi raccontarci come è iniziato il tuo percorso artistico e cosa ti ha spinto verso l’arte?
R. Nonostante fin da piccolo sia sempre stato attratto dall’arte – guardavo i libri dei musei Ermitage e altri che mi compravano i miei genitori – il mio approccio più professionale con l’arte è avvenuto nel 1988. In quell’anno fui licenziato dal Museo Nazionale a Sofia per via del mio look, ritenuto non adatto agli ambienti museali. Fu un momento difficile, ma dovetti reinventarmi e trovare un modo per guadagnarmi da vivere attraverso ciò che amavo: l’arte.
2. Sei noto per aver realizzato copie di icone ortodosse e affreschi medievali all’inizio della tua carriera. Cosa ti ha attratto di questi soggetti e tecniche tradizionali?
R. In realtà, erano i soggetti che si vendevano. La Bulgaria è un paese cristiano ortodosso, e i turisti volevano acquistare icone come souvenir. Era un modo per unire le mie capacità artistiche a un’opportunità concreta di sopravvivenza.
3. Hai collaborato con importanti marchi di moda, tra cui Versace, creando design barocchi per diverse collezioni. Come è nata questa collaborazione e come ha influenzato il tuo lavoro?
R. Sono sempre stato attratto dalla moda, in particolare da quella più artistica e stravagante. Quando ho ricevuto la telefonata dallo studio stile di Versace, inizialmente pensavo fosse uno scherzo. Quando ho capito che era reale, ho iniziato a collaborare con loro e ho creato molti dei disegni barocchi che la Maison utilizza ancora oggi per le sue stampe iconiche.
4. Le tue opere combinano spesso elementi barocchi con un’estetica moderna. Come riesci a bilanciare queste due influenze nel tuo lavoro?
R. Questo equilibrio è stato uno dei motivi principali per cui Versace mi ha scelto: volevano design che richiamassero la classicità ma che fossero al tempo stesso moderni. Oltre a Versace, collaboro anche con altri brand del lusso, come Silvio Fiorello, con cui c’è una consolidata stima reciproca.
5. Hai lavorato con numerosi clienti prestigiosi, tra cui musei, il Vaticano e celebrità come Penélope Cruz. C’è un progetto che ritieni particolarmente significativo nella tua carriera?
R. Sono un artista indipendente e freelance, e ogni progetto per me ha un valore unico. Ho lavorato per cardinali, musei, chiese, ma anche con star di Hollywood come Penélope Cruz – abbiamo persino girato un film insieme, diretto da Sergio Castellitto. Tuttavia, ricordo anche progetti da cui ho imparato attraverso la delusione: ritratti non pagati, aziende che ti usano per idee e poi spariscono, o che addirittura rubano le tue immagini online. Anche queste sono esperienze che ti formano.
6. Oltre alla pittura, hai esperienza nel design di moda e accessori. Come affronti la diversità dei media e quali sfide presenta lavorare in campi artistici così diversi?
R. Da diversi anni propongo collezioni di t-shirt, camicie di seta, foulard in edizioni limitate. Sono pensati per persone che vogliono distinguersi, veri pezzi unici. I veri ricchi non indossano grandi marchi, ma ciò che nessun altro può avere.
7. La tua formazione è da autodidatta. Quali sono state le principali sfide e soddisfazioni di questo percorso?
R. Sì, sono autodidatta, ma non dimentico i maestri da cui ho imparato. Il fatto di non avere un’istruzione accademica mi ha dato la libertà di studiare i migliori, di puntare alla perfezione. Ho sempre avuto una fame insaziabile di conoscenza tecnica e artistica.
8. Hai vissuto e lavorato in diversi paesi. Come hanno influenzato la tua arte queste esperienze internazionali?
R. Ho vissuto in Bulgaria, America, Germania, Montecarlo, Italia… Ogni luogo ha lasciato un’impronta nella mia arte. Ogni cultura, ogni ambiente mi ha insegnato qualcosa e arricchito la mia visione artistica.
9. Guardando al futuro, ci sono nuovi progetti o collaborazioni che ti entusiasmano particolarmente?
R. Il futuro è ignoto. Cerco di vivere il presente nel miglior modo possibile: è l’unica strada che può portarci a un futuro pieno di cose belle. Sono una persona con i piedi per terra: preferisco costruire ogni giorno piuttosto che inseguire illusioni.
10. Che consiglio daresti ai giovani artisti che desiderano intraprendere una carriera nel mondo dell’arte e del design?
R. Oggi è tutto più confuso. Chiunque si crede artista, anche senza saper disegnare. L’arte è diventata terreno di speculazione e riciclaggio. Il mio consiglio è semplice: studiate. Copiate i grandi maestri del passato, imparate le tecniche originali. Come diceva un amico: “Non sei un vero artista se non sai fare la Gioconda o un quadro di Caravaggio.” Il talento conta per il 5%, il resto è allenamento, studio e lavoro

