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La scuola non si cambia con le Emozioni ma con il Coraggio

La scuola non si cambia con le Emozioni ma con il Coraggio

L’abbraccio degli studenti: un riconoscimento umano, ma non basta

Le immagini che affollano i social in questi giorni parlano chiaro: studenti che applaudono i loro docenti, regalano lettere, fiori, abbracci. È il riconoscimento di un legame umano profondo, costruito giorno dopo giorno. Ma finiti gli applausi, cosa resta davvero per chi lavora nella scuola?

Il nodo irrisolto: il ruolo del docente è ancora marginale

Ogni fine anno scolastico ci ricorda quanto sia urgente rimettere al centro il ruolo degli insegnanti. Non con retorica e belle parole, ma con scelte concrete. La verità è che l’impegno quotidiano, la passione, le competenze e i sacrifici dei docenti vengono ancora compensati con stipendi fermi da decenni e un contratto che non rispecchia la complessità del lavoro svolto.

Contratto e carriera: è tempo di scelte nette

Serve una revisione profonda del contratto nazionale, superando una logica egualitaria che penalizza chi si impegna di più. Non siamo tutti uguali e non tutti fanno la stessa scuola. C’è chi si forma, innova, si spende dentro e fuori dall’aula, e c’è anche chi si accontenta del minimo, mantenendo pratiche obsolete e resistendo a ogni cambiamento.

Oggi il sistema tratta tutti allo stesso modo, e questo è un freno. È ora di introdurre una carriera docente differenziata, non per creare gerarchie inutili, ma per valorizzare chi fa davvero la differenza: chi lavora nei contesti difficili, chi costruisce relazioni forti, chi si prende cura degli studenti più fragili.

Il merito non è un tabù: va riconosciuto e premiato

Il merito deve diventare un criterio chiaro, trasparente e premiato economicamente. Il FIS (Fondo per l’Istituzione Scolastica), così com’è oggi, appare come una forma di elemosina istituzionale: poche risorse, distribuite a pioggia, senza un vero riconoscimento del lavoro straordinario. Serve una nuova visione: il lavoro va riconosciuto, non solo applaudito.

La sfida dell’intelligenza artificiale: non temerla, ma guidarla

La grande sfida che ci attende – e che è già cominciata – si chiama intelligenza artificiale. Un cambiamento epocale che toccherà la didattica, la valutazione, il ruolo stesso del docente. Ma non dobbiamo averne paura. La scuola non può chiudersi in difesa: deve capire, sperimentare, formarsi e guidare gli studenti verso un uso consapevole e critico dell’IA.

Una scuola che cresce ha bisogno di fiducia, investimenti, coraggio

La scuola ha bisogno di una nuova alleanza tra docenti e società. Questo patto si costruisce sulla fiducia, sul riconoscimento, sulla responsabilità. Non possiamo più permetterci di restare immobili.

Serve coraggio: il coraggio di cambiare, di investire, di premiare chi ogni giorno costruisce, spesso in silenzio, il futuro del Paese.

Oltre l’applauso: dignità, riconoscimento, prospettiva

Gli applausi sono belli. Ma ciò che davvero serve ai docenti è un contratto dignitoso, una carriera riconosciuta, la possibilità concreta di crescere. Solo così la scuola può diventare ciò che tutti dichiarano di volere: il cuore del futuro di questo Paese.

La scuola non si cambia con le Emozioni ma con il Coraggio
Prof. Del Prete Patrizio

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