Intervista – Raccontare il Rap: Storia di un Magazine Indipendente

Intervista – Raccontare il Rap: Storia di un Magazine Indipendente. Scopri come è nato e si è evoluto un progetto online dedicato al rap.
Com’è nata l’idea di creare un magazine online dedicato al rap?
Quando ho scoperto Facebook, mi divertivo a creare gruppi e pagine per condividere i miei interessi. Il rap è sempre stata una delle mie più grandi passioni, quindi ho deciso di lanciare una pagina dedicata a questo tema.
C’è stato un momento preciso o un artista che ha fatto scattare la scintilla?
Era un periodo in cui il rap stava iniziando a guadagnare popolarità. Io stesso stavo scoprendo nuovi rapper ogni giorno, quindi sentivo il bisogno di parlarne ancora di più, rispetto a quando era considerato un genere di nicchia.
Quali sono state le prime difficoltà incontrate nel lancio della pagina?
All’inizio facevo fatica a raggiungere nuovi follower. Entravo in gruppi dove ci si scambiavano “mi piace” e “segui”, ma si trattava di scambi meccanici, privi di reale interesse. Faticavo a trovare persone davvero coinvolte dai miei contenuti.
Come si è evoluto il progetto dalla sua nascita ad oggi?
La svolta è arrivata con Instagram, che all’epoca stava appena crescendo. Mi sono spostato da Facebook a Instagram, attratto dalla sua dinamicità e dal maggiore coinvolgimento che offriva.
L’algoritmo premiava i miei contenuti, le interazioni aumentavano in modo organico. Con il tempo ho imparato a creare grafiche più curate e a scrivere testi più coinvolgenti.
Hai notato un cambiamento nel modo in cui il pubblico risponde ai tuoi contenuti?
Assolutamente. Oggi ricevo molti commenti e condivisioni. Mi fa piacere sapere che anche i contenuti più lunghi, come le recensioni, vengono letti con attenzione. È una bella ricompensa per il tempo e l’impegno che ci metto.
Qual è stato un momento di svolta per il tuo magazine?
Circa due anni fa ho iniziato a ricevere inviti da uffici stampa per conferenze, interviste ed eventi di artisti rap. Da lì ho avuto l’opportunità di vivere esperienze incredibili, entrando nel mio piccolo in quel mondo che avevo sempre ammirato da lontano.
Da dove nasce la tua passione per il rap? C’è un artista o disco che ti ha segnato particolarmente?
Tutto è iniziato con Fabri Fibra. Mi ha colpito il suo linguaggio diretto, crudo, capace di trasformare i disagi personali in forza creativa. La sua autenticità mi ha conquistato.
Come unisci la tua passione per il rap con quella per i social media?
La mia passione per i social è nata proprio con Facebook e si è sviluppata gestendo il magazine. Scrivere articoli, creare grafiche e gestire contenuti mi ha portato a formarmi anche attraverso studi universitari, corsi e collaborazioni.
Quanto conta oggi la presenza online per parlare di musica e cultura urbana?
Oggi una realtà senza presenza online è praticamente invisibile. Le pagine musicali sono diventate voci autorevoli, influenzano pubblico e artisti. Non a caso, etichette e uffici stampa coinvolgono sempre più spesso i magazine nelle fasi promozionali.
Che tipo di rapporto hai con i tuoi follower?
I miei follower interagiscono spesso, chiedono informazioni sugli artisti, commentano anche in disaccordo. Questo è positivo: il confronto arricchisce. Il vero problema sarebbe il silenzio.
C’è una storia o messaggio che ti ha colpito particolarmente?
Durante Sanremo ho pubblicato un post su tutti i rapper che avevano citato il Festival nei testi. Un utente ha apprezzato il fatto che avessi incluso anche artisti di nicchia. È stato un riconoscimento semplice ma sincero.
In che modo coinvolgi la tua community nella creazione dei contenuti?
Cerco di offrire contenuti approfonditi e oggettivi, per stimolare discussione e riflessione. Ogni tanto rispondo a commenti e critiche, così da creare un dialogo reale con chi mi segue.
Quali sono i prossimi passi per il tuo magazine?
Voglio migliorare la qualità dei video realizzati durante gli eventi. Per questo sto investendo in nuove attrezzature. Inoltre, sto avviando un servizio di promozione per artisti emergenti.
Hai in mente collaborazioni o nuove rubriche?
Sì, sto lavorando a un progetto parallelo con altri ragazzi, sempre focalizzato sulla promozione musicale ma in modo più strutturato e professionale.
Come ti immagini il progetto tra 5 anni?
Immaginarlo è difficile, considerando quanto i social cambiano. Ma spero diventi qualcosa di più professionale, magari anche remunerativo. L’importante è continuare a evolvere.
Se potessi intervistare qualsiasi artista, chi sceglieresti e perché?
Senza dubbio Fabri Fibra. È stato il primo a farmi appassionare al rap. Ma anche Nayt, per la profondità dei suoi testi. Tra gli altri: Marracash, Salmo, Sfera, Clementino, Madman, Tony Boy… e, a livello internazionale, Eminem.
Qual è la soddisfazione più grande che ti ha dato questo progetto?
Partecipare alla conferenza stampa di Fedez per il suo concerto al Duomo è stato incredibile. Mi sono ritrovato accanto a testate come il Corriere della Sera e Fanpage. È stata un’esperienza che non dimenticherò.
Cosa diresti a chi vuole avviare un progetto simile?
Consiglio di iniziare con curiosità e leggerezza, senza pensare subito ai risultati. Bisogna divertirsi, sperimentare e trovare la propria voce. La passione, unita a costanza ed entusiasmo, fa davvero la differenza.
Conclusione
Intervista – Raccontare il Rap: Storia di un Magazine Indipendente ci ha dimostrato che una passione, unita alla costanza e alla voglia di crescere, può trasformarsi in un progetto solido e riconosciuto. Attraverso social media, contenuti curati e un rapporto diretto con la community, è possibile costruire qualcosa che va oltre la semplice condivisione musicale.
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