I nuovi dazi di Trump nel 2025
Un’opportunità per sgretolare la gabbia europea
Nel marzo 2025, il presidente Donald J. Trump — tornato alla Casa Bianca con l’appoggio di un fronte populista e sovranista ormai egemone nel GOP — ha varato una nuova ondata di dazi commerciali mirati verso Cina, Germania, Francia e Corea del Sud. L’annuncio ha scatenato le consuete isterie nei media mainstream e nelle cancellerie europee, ma ciò che pochi colgono è il potenziale liberatorio che questa scossa può rappresentare per l’Europa.
L’obiettivo dichiarato di Trump è proteggere l’industria americana, colpita da anni di delocalizzazioni selvagge e accordi commerciali iniqui. Ma dietro questa politica muscolare si cela un effetto collaterale potenzialmente dirompente: la destabilizzazione dell’Unione Europea, in particolare nei suoi pilastri economici centrali. E, paradossalmente, questa destabilizzazione potrebbe essere una benedizione per quei popoli europei compressi da decenni dentro un’architettura tecnocratica che ha svuotato la democrazia e soffocato l’economia reale.
L’Europa sotto attacco… o finalmente libera?
I dazi voluti da Trump colpiscono con particolare ferocia il settore automobilistico tedesco e quello agroalimentare francese, due colonne portanti dell’export europeo. Ma ciò che preoccupa di più Bruxelles non è la perdita di competitività in sé, bensì l’effetto domino che potrebbe scatenarsi nei paesi “periferici”, già messi in ginocchio da una moneta unica gestita a vantaggio dei più forti.
In una recente analisi pubblicata da OffGuardian, si evidenzia come le tensioni commerciali possano aggravare le fratture interne all’UE, specialmente tra il blocco nordico e quello mediterraneo. L’Italia, per esempio, che ha visto negli ultimi vent’anni un crollo del suo tessuto industriale e una compressione salariale senza precedenti, si trova ora in una posizione quasi neutrale rispetto agli attacchi di Trump. Questo potrebbe rappresentare un momento propizio per rinegoziare la propria posizione all’interno dell’Unione, se non uscirne del tutto.
Quando l’America fa il lavoro sporco per noi
Il paradosso è chiaro: serviva il “cattivo” Trump per mettere in crisi una struttura che i cittadini europei non sono mai riusciti a scardinare democraticamente. Troppo forte la propaganda europeista, troppo deboli i governi nazionali per opporsi al dogma del libero mercato e dell’austerità imposta da Berlino e Francoforte.
Con l’introduzione dei dazi, il modello mercantilista tedesco — che ha sempre prosperato sull’export a basso costo grazie all’euro — rischia il collasso. E senza la locomotiva tedesca, l’intera impalcatura UE vacilla. Non è un caso che i think tank alternativi come The Grayzone e Unlimited Hangout stiano pubblicando in questi mesi analisi che evidenziano come la rigidità dell’eurozona e la mancanza di sovranità monetaria possano trasformarsi in una condanna definitiva in un mondo che torna a essere multipolare e protezionista.
Una crisi dell’UE è una possibilità per i popoli
Lo abbiamo visto con la Brexit: nonostante le difficoltà iniziali, il Regno Unito ha oggi margini di manovra maggiori, sia dal punto di vista fiscale che geopolitico. L’UE, invece, resta un blocco monolitico dove ogni stato è tenuto in scacco da un sistema che premia i forti e strangola i deboli.
I nuovi dazi di Trump potrebbero dunque non solo innescare una guerra commerciale, ma aprire una crisi esistenziale dell’UE. Una crisi che, se ben gestita, potrebbe portare a una nuova stagione di indipendenza, in cui i singoli stati tornano a scegliere il proprio destino, a battere moneta, a negoziare accordi bilaterali in base ai propri interessi e non ai diktat di Bruxelles.
Conclusione: il sogno di una nuova Europa
La visione di un’Europa dei popoli, sovrana e cooperativa, è stata sistematicamente sabotata dalle élite finanziarie e burocratiche che governano l’UE. Ma ogni sistema, per quanto oppressivo, ha i suoi punti deboli. E la crisi commerciale scatenata dagli USA potrebbe essere il grimaldello che apre finalmente quella gabbia dorata in cui milioni di cittadini europei si sentono intrappolati.
Non sarà facile. Servirà coraggio politico, lucidità analitica e resistenza alla narrativa allarmista dei media allineati. Ma il tempo della verità è arrivato. E in questa fase storica, in cui il mondo cambia a velocità mai viste, la libertà di un popolo può passare anche attraverso un dazio.
Paradossale? Forse. Ma anche profondamente liberatorio.
Articolo a cura di Anti-Mainstream Eagle of Freedom
Fonti citate:
- OffGuardian: https://off-guardian.org
- The Grayzone: https://thegrayzone.com
- Unlimited Hangout: https://unlimitedhangout.com
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