Attualità

L’emorragia di violenza, come prevenirla?

Com’è noto, ormai, la violenza è notizia di quasi ogni giorno, tanto che si potrebbe benissimo parlare di “emorragia di violenza”.

Storie di uomini e donne, la cui unica “colpa”, se così si può dire, è stata quella di imbattersi in soggetti poco stabili, con problemi di narcisismo e manipolazioni. La maggior parte delle volte, si tratta di vere e proprie patologie, delle quali non si è consapevoli e da dove ne potrebbero scaturire comportamenti irreversibili.

Essendo, comunque, consapevole che le sole e uniche “protagoniste” di queste storie sono e rimarranno sempre le vittime (uomini e donne che siano!), le quali meritano solo conforto, sostegno, tutela e giustizia. Oggi vorrei raccontarvi di quella fetta di società che non solo si ribella alla violenza, ma anche a tutti quei messaggi sbagliati diffusi, che non fanno altro che alimentare quei pregiudizi maschilisti. “Caratteristici” si può dire, i quali non portano certo ad un cambio di rotta, anzi lo allontanano decisamente!

Si chiama “Prevenire le aggressioni, combattere la violenza” l’opuscolo “protagonista” dello scandalo che coinvolge il comune di Cividale del Friuli, in provincia di Udine e la Regione. Il comune ha deciso di distribuirlo nelle scuole, una sorta di vademecum dove si dispensano consigli alle donne, per evitare di incorrere in molestie e stupri.

Niente sorrisi ironici o provocatori a sconosciuti”.

Non indossare gioielli o oggetti di valore”.

Banditi abiti troppo eleganti o vistosi”.

Non guardate insistentemente e non fate commenti indirizzati all’altrui ragazzo/a”.

(dall’opuscolo “Prevenire le aggressioni, combattere la violenza“)

Sono questi alcuni dei “consigli”, riportati nello stesso. Opuscolo che ha suscitato non poche polemiche, tra i ragazzi soprattutto, i quali lo definiscono “inaccettabile” in quanto si rivolge alle donne. Dando loro dei consigli appunto su come vestire o su come evitare approcci ritenuti “provocatori”, invece di fare prevenzione ad ampio spettro. I ragazzi rivendicano l’educazione all’affettività nelle scuole, per un reale cambiamento: “Non vogliamo opinioni su come ci dobbiamo vestire”.

La protesta studentesca si è accesa al covitto nazionale “Paolo Diacono”. Dove gli studenti hanno appeso sui muri cartelli di ferma condanna sull’operato dell’amministrazione ed hanno organizzato assemblee in aule e corridoi.

Il suo nome è Beatrice ed è la coordinatrice del “Movimento studentesco per il futuro”. La quale spiega che la protesta riguarda sì le frasi inaccettabili del volantino, ma soprattutto si contesta il fatto che lo stesso si rivolga alle potenziali vittime, senza fare menzione ai potenziali aggressori. È noto, infatti, che la prevenzione dovrebbe riguardare in particolare loro. I ragazzi chiedono che il tema venga affrontato in maniera seria. Aprendo “un dialogo concreto ed alla pari” e “pretendono un reale cambiamento con l’ascolto da parte delle istituzioni”.

Non è mancata la reazione da parte della sindaca della Lega. La quale difende l’operato della sua amministrazione, ma si ritiene disponibile a sedersi ad un tavolo con i ragazzi, per discutere dell’accaduto ed ascoltare le eventuali proposte. Tavolo che, non è escluso, si possa fare in minigonna ed abiti vistosi!

Le opposizioni hanno replicato alla vicenda appoggiando la protesta. Hanno sottolineato la visione maschilista della nostra società, dove la colpa della violenza è di chi la subisce e non di chi la commette. Come se l’abbigliamento o uno sguardo ammiccante possano provocare la violenza!

L’uomo, inteso come “genere umano”, si differenzia dall’animale in quanto dovrebbe essere munito di razionalità. È quella che regola i nostri comportamenti (o almeno dovrebbe farlo!) e si contrappone all’istinto. Dovremmo un po’ tutti riuscire a controllarci, “alimentando” la nostra razionalità. Ma, mi rendo conto che, se non si conoscono le basi del vivere civile, del rispetto verso l’altro, l’accettazione del rifiuto e, soprattutto, l’intelligenza emotiva e la gestione delle nostre emozioni, non si può certo pretendere che la razionalità possa prendere il sopravvento.

ATTENZIONE! Con questo non voglio certamente giustificare la violenza! Anzi! La violenza va sempre condannata, su tutto e su tutti!

Ma non possiamo certamente non ammettere che siamo completamente sprovvisti di una cultura, generale almeno, quell’”infarinatura” sulle emozioni, che ci aiuterebbero a gestire meglio la nostra persona.

Non possiamo non tenere conto che ci siano delle responsabilità, da parte della società in primis e, poi, delle istituzioni. Dovremmo, un po’ tutti, farci un’esame di coscienza e capire come contribuiamo, nel nostro piccolo, alla prevenzione della violenza, sotto tutte le sue forme.

Ma come si può prevenire una violenza?

Innanzitutto, come già detto, la conoscenza di sé e dell’intelligenza emotiva possono aiutarci a delineare un profilo della nostra persona più SANA e MATURA. Non è un percorso facile, certo, ma anche con l’aiuto di un professionista, che ci possa far superare traumi e limiti, possiammo farcela. Parte tutto da noi stessi, in fin dei conti!

Qualora dovessimo avere degli scatti d’ira incontrollabili, o dovessimo accorgerci che non riusciamo a gestire dei nostri “fantasmi interiori”, esistono delle associazioni, che potrebbero aiutarci a gestire la rabbia ed a controllare quei comportamenti limitanti per sé e per gli altri. Mettersi in discussione e cercare di migliorare noi stessi è, certamente, uno dei passi in avanti per contribuire ad una società più SANA!

È ovvio che, nonostante tutto questo sia importante, non basta!

La famiglia ha un ruolo essenziale nella crescita dei più piccoli. Bambini e ragazzi crescono con l’esempio dei genitori. È facilmente intuibile come una famiglia, dove manca totalmente il rispetto dell’altro e dei suoi spazi o dove si usano le botte per poter ottenere quello che si vuole, non possa trasmettere altro che violenza e manipolazione.

Il passo di cui ho parlato prima e, cioè il mettersi in discussione, è fondamentale qualora si volesse metter su famiglia. I genitori sono responsabili della crescita di futuri adulti SANI e sono i “pilastri” sui quali si fonda la loro persona. Da loro dovrebbero partire esempi di civile convivenza tra uomo e donna o, più in generale, tra persone, dove tutti hanno responsabilità, una loro indipendenza, una formazione, ecc… È importante, inoltre, trasmettere che uno è uguale all’altro, senza alcuna distinzione tra sesso, religione, orientamento sessuale, ceto sociale, ecc… e merita, soprattutto, rispetto!

Non posso dimenticare il ruolo della scuola, quel piccolo spaccato di società dove adulti maturi e responsabili, gli “insegnanti” appunto, dovrebbero “insegnare”, oltre le materie scolastiche, anche il rispetto verso l’altro, l’educazione sessuale ed il vivere civile. E non senza l’aiuto di uno psicologo!

Per ultimo e non per importanza c’è la politica. Essa è importante in quanto opera nel formare tutte quelle leggi, atte a tutelare e garantire la giustizia a tutti. Permette cioè agli organi di giustizia di applicare quelle norme che aiutino tutti ad isolare la violenza.

È proprio per questo che mi sento di appoggiare la protesta dei ragazzi. L’obiettivo NON deve essere la donna e la sua limitazione della libertà personale, ma il potenziale aggressore, qualora dovesse partorire l’idea di limitare la libertà dell’altro.

Soprattutto nell’era di internet e dei social, abbiamo tutti il dovere morale ed etico di diffondere messaggi GIUSTI. Anche in virtù del fatto che nessuno è esente dalla violenza! Il pregiudizio fa e farebbe male a tutti. Quindi una presa di coscienza del problema, mista a un pizzico di sensibilità in più, aiuterebbe tutti a sentirsi sostenuti e capiti, qualora ci si dovesse imbattere in una situazione di violazione della propria intimità.

La libertà è preziosa! Non dimenticatelo mai!