Cronache

Le principesse Disney ed il ruolo “imposto” delle donne

Quante di noi, da piccoline, non si sono riviste in una delle principesse Disney?

Praticamente tutte. Ne sono sicura!

Complici anche le mamme, era abbastanza semplice sentirsi un po’ Cenerentola, Biancaneve, Belle, Ariel, Jasmine, Aurora e tante altre.

CENERENTOLA. Orfana di entrambe i genitori. Segregata in casa dalla matrigna e dalle sorellastre. Considerata una serva, dedita alla casa, alla cucina ed alla cura delle tre. Gli unici suoi amici erano gli animali, cani e topolini. Un bel giorno, arriva la fata turchina, che con una magia, riesce a farla andare al ballo, in un bellissimo castello e lì conoscerà il principe. Lui si innamorerà perdutamente della fanciulla misteriosa, ma lei, prima della mezzanotte, doveva ritornare a casa, perchè l’incantesimo si sarebbe spezzato. Nei giorni successivi al ballo, la farà cercare in tutto il regno. La troverà, la sposerà e la porterà con sé nel suo castello.

BIANCANEVE. Anche qui c’è una matrigna, un principe e tanti animali che le fanno compagnia. Fuggendo da un cacciatore, che voleva ucciderla per portare il suo cuore alla regina matrigna, si imbatte nella casa dei sette nani. Decide di essere la loro mamma, quindi inizia a prendersi cura di loro. Anche questa favola, si conclude con il lieto fine, con Biancaneve che sposa un principe.

BELLE. Figlia di un falegname del paese, un giorno si ritrova in un castello, abitato da una Bestia. Ben presto, con la sua caparbietà, fa innamorare la Bestia di lei. Lui, infatti, si è accorto che la fanciulla non aveva paura di lui. Dopo un po’ di peripezie, la Bestia mostra a Belle il suo cuore buono, la maledizione che portava ad essere così si spezza, lui torna ad essere un uomo e sposa Belle.

ARIEL. È una sirenetta, figlia del Re dei Mari. Lei viveva sempre lì, nell’acqua e non sapeva cosa ci fosse fuori. Protetta dal padre, vedovo, vieta ad Ariel a risalire. Ma la curiosità di Ariel è troppa. Un giorno, aiuta un ragazzo che sta affogando e lo riporta sulla spiaggia. Era svenuto e lei lo fa rinvenire con la sua voce. Ariel era rimasta attratta da questo ragazzo, che si scoprirà essere un principe, di nome Eric. Per cercarlo, decide di farsi aiutare da Ursula, la Strega del Mare, la quale tramite un incantesimo, trasforma la sua coda in gambe, in cambio della sua voce. Anche qui, non mancheranno i colpi di scena. Alla fine, l’amore del suo papà avrà la meglio ed aiuterà Ariel a sposare Eric.

JASMINE. Principessa di Agrabah, vive nel Palazzo, insieme al suo papà, il Sultano della città. Ma non ha mai messo piede fuori da Palazzo, quindi un giorno, spinta dalla curiostà di vedere cosa ci fosse oltre le mura, fugge. Agrabah era una città pericolosa, ben presto si ritrova in difficoltà, ma arriva in suo soccorso Aladdin. La favola va avanti tra tante magie ed avventure. Ovviamente, anche Aladdin e Jasmine si sposano.

AURORA. Primogenita del re d’Inghilterra. Le viene fatta una maledizione da una strega, quindi tre fatine, sue zie, la porteranno a vivere e crescere nel bosco. All’età di diciassette anni, incontra un bel principe. La fiaba si alternerà in scene un po’ tristi ed altre molto carine, ma alla fine anche Aurora sposerà il suo bel principe.

E tante altre.

La conclusione di queste fiabe è praticamente la stessa. Tutte hanno in comune il riscatto che hanno le pratagoniste, da quella vita che, ormai, stava loro stetta. Nonostante castelli, ricchezze e protezioni varie, non sono felici, tanto che parecchie decidono di scappare. Ed alla prima uscita chi incontrano? Ovviamente l’amore della propria vita, il principe azzurro sul cavallo bianco, o il ragazzo ribelle in sella ad un tappeto magico. Insomma, nonostante i rischi a cui potrebbero andare incontro, le principesse trovano quel lieto fine, che le rende finalmente felici. Ma non da sole, solo dopo aver incontrato una figura maschile.

… E vissero felici e contenti.” è la fine di tutte queste favole.

E noi, piccoline, indifese, ancora senza alcun tipo di esperienza, eravamo lì, a guardare queste giovani che realizzavano i loro sogni.

Inutile a dire.

Nessuna delle principesse nominate si è realizzata nella carriera.

Nessuna delle principesse ha mai parlato di una sua indipendenza.

La realizzazione avveniva quando arrivava il principe, che, innamorato perdutamente di lei, la sceglieva tra tante, la sposava e la portava con sé, nella sua “umile dimora”.

Ad oggi, a 35 anni, facendo un’analisi della mia vita, sicuramente non posso negare che alcune mie convinzioni fossero influenzate anche dai cartoni dell’epoca. Se ci si mette anche l’educazione ricevuta e la cultura meridionale vissuta, il gioco è bello e fatto!

Ci hanno cresciute, infatti, con la convizione che la donna non possa realizzarsi, se non con un uomo accanto e solo dopo aver sfornato due o tre figli. Tu, che da giovane ti ritrovavi sposata, che da una casa ti spostavi ad un’altra e la massima carica alla quale potevi ambire era quella di “regina della casa”. Che culo!

E tu crescevi con queste “regole” non scritte, ma imposte!

Qualora qualche pezzo veniva perso, era una tragedia.

Conosco donne che sono state etichettate come “poco di buono” solo perchè hanno deciso di non avere un compagno fisso, o semplicemente non l’hanno trovato. Il motivo? Perchè ha aspettative alte? NO! Perchè sa bene cosa vuole accanto ed ha deciso, convintamente e non senza coraggio, di non accontentarsi. Di non ridursi come tante sue amiche, le quali, dopo qualche anno di matrimonio, si lamentano della vita che conducono. Loro, sempre frustrate e trascurate, intrappolate in una vita che non le appartiene più. O, meglio, non è mai appartenuta loro. Ma, si sa, la voce delle mamme, delle zie, delle cugine, delle vicine di casa, delle amiche, è sempre molto più forte della tua volontà!

Conosco donne che si sono sentite delle nullità, perchè non riuscivano ad avere figli.

Non è semplice rimanere incinte. Ma questo non è un fatto importante!

Se ci metti anche delle condizioni di salute “particolari”, diventa un’impresa ardua e difficile. Per molte, diventa pura utopia! E questo, non va assolutamente bene per il contorno. Tu devi riuscirci, in barba alle tue condizioni di salute. Altrimenti “non sei una brava femmina”!

La nonna, poi, come fa a mostrare il/la nipote alle sue amiche?

Ed il papà come fa a vantare il figlio come il più bravo calciatore?

Eh!

Le mamme, senza considerare bene se lo volessero davvero o meno, si sono dovute sottoporre a cure ormonali pesantissime, per riuscire, spesso, a realizzare il sogno di “altri”.

Di quella “non nonna”, che vorrebbe “essere nonna”.

Di quel “non papà”, che vorrebbe “essere papà”.

Più in generale, di tutti coloro che vorrebbero vedere realizzato quel ruolo per il quale siamo state create, cresciute, educate.

Conosco donne che hanno dovuto dire “addio!” ai loro sogni, perché non convenzionali. Erano ballerine, ad esempio, che non hanno potuto completare il percorso perché la mamma diceva loro “non riuscirai mai a diventare qualcuno!”. Meglio accettare quel posto fisso, così da fare felici tutti. Tutti tranne la protagonista della storia!

Ho visto musicisti “stroncati” all’inizio, perché il papà aveva bisogno che si portasse avanti l’impresa di famiglia.

Le storie sono tante e tutte hanno sempre qualche influenza, che ha determinato la vita di ognuno. È come se non si fosse genitori, senza mettere quei paletti, utili più a loro che ai figli. Come se le decisioni dei genitori fossero più giuste, rispetto a quelle operate dai più “giovani”.

La realtà è ben diversa, da come ce l’hanno mostrata.

Non esistono principi azzurri su cavalli bianchi. Al massimo, è un amichetto della scuola, in sella alla Vespa.

Non esistono tappeti volanti.

Non esistono animali parlanti, che dispensano consigli. Anche se gli animali sanno essere fedeli amici, più delle persone.

Non ci sono principesse, principi, re e regine.

Ci sono solo persone, con pregi e difetti, sogni e scelte, che vanno tutelate e sostenute.

Se dovessi rivedermi necessariamente in una principessa Disney, sicuramente sarebbe Pocahontas. Lei, ribelle, che difende la sua patria e ciò in cui crede, da chi voleva distruggerlo. Anzi, cambia il suo animo, facendogli notare un altro punto di vista. Alla fine, sceglie di seguire l’uomo che amava, ma solo dopo che lui aveva accettato il suo essere e la sua vita.

Ecco! Se dovessi rivedermi in qualcuna, Pocahontas sarebbe sicuramente la principessa più vicina a me. Ribelle, guerriera, decisa, selvaggia ma con un grande cuore. La decisione e la sicurezza in sé sono gli aspetti che più ammiro. La testardaggine e la determinazione anche, caratteristiche che, sicuramente, non prescindono dalle altre due. Una donna tutta d’un pezzo, che riesce a mostrare come si possa vivere diversamente, come la si possa pensare in differenti maniere, ma non senza portare comunque rispetto.

Pocahontas è, al momento, il personaggio di cui noi donne avremmo bisogno, proprio per dimostrare la nostra forza. Ma siamo ancora quelle che ci sottovalutiamo e permettiamo ad altri di farci condizionare. Alberga in noi quella Cenerentola, difficile da estirpare. E Pocahontas ci guarda, fiduciosa che, un giorno, forse, ci sarà spazio anche per lei.